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Nel guscio

Nel guscio
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34 punti carta PAYBACK
Rilegato:
173 Pagine
Editore:
Einaudi
Pubblicato:
14/03/2017
Isbn o codice id
9788806232740

Descrizione

Nel Guscio (Nutshell) è il quattordicesimo romanzo di Ian McEwan. Recluso a testa in giù nel guscio materno, il narratore di questo thriller unico è un nascituro. Una certa dose di piaceri regali – del sublime vino Sancerre Chavignol sorbito attraverso il cordone, per esempio – può forse allietare la sua attesa. Ma non mancano i brutti sogni, con la madre e lo zio perversi e assassini che il destino gli ha dato in sorte. E dunque basta con gli indugi, è arrivato il tempo di scegliere: essere o non essere?

La gravidanza di Trudy è quasi a termine, ma l’evento si prospetta tutt’altro che lieto per il suo piccolo ospite. Ad attenderlo nella grande casa di famiglia (e nel letto coniugale) non c’è il legittimo marito di Trudy e suo futuro padre, John Cairncross, poeta povero e sconosciuto, innamorato della moglie e della civiltà delle parole, ma il fratello di lui, il ricco e becero agente immobiliare Claude.

Dalla sua posizione ribaltata e cieca, il nascituro gode nondimeno di una prospettiva privilegiata sugli eventi in corso, ed è lui a metterci a parte di una vicenda di lutto e di sospetto dagli echi assai familiari. Certo, la scena non è quella corrotta e claustrofobica del castello di Elsinore.

Certo, i due cognati fedifraghi, Trudy e lo zio Claude, non hanno regni nordici cui aspirare. Piuttosto a far gola ai due vogliosi amanti è l’edificio georgiano su Hamilton Terrace, decrepito ma d’inestimabile valore, incautamente ereditato da John, i cui pavimenti luridi e la cui onnipresente immondizia prendono il posto del marcio in Danimarca. Ma amletico è il crimine orrendo che il narratore vede (o meglio sente) arrivare, e amletico è pure il suo inesauribile flusso di pensieri dubitanti, gli stessi che hanno inaugurato al mondo la danza della modernità.

Se nel testo shakespeariano l’origliamento, l’atto di spiare e raccogliere informazioni rovistando i recessi e gli anditi del regno, è spesso motore dell’azione, nel guscio l’udito è il senso privilegiato per ragioni fisiologiche, e a essere rovistati a pochissima distanza dal capo dell’inorridito narratore sono spesso e volentieri i recessi e gli anditi del corpo materno.

Mentre all’orecchio non sempre affidabile del nostro eroe non-nato si dipana la tragica detective story, nella manciata di giorni che separano il suo "esserci" dal suo protetto "non-esserci" ancora, con il conforto di qualche buon vino giunto fino a lui dalle superbe degustazioni materne, e costantemente edotto sul mondo dai programmi radiofonici di approfondimento culturale che fortunatamente Trudy preferisce a quelli musicali, il nascituro ha tempo di riflettere su di sé, sulla complicata faccenda dell’amore, sul mondo, coi suoi orrori contemporanei e con le sue desiderate meraviglie.

"Potrei anche essere confinato in un guscio di noce e sentirmi il re di uno spazio infinito – se non fosse per la compagnia di brutti sogni”, lamentava l’Amleto shakespeariano. Il nascituro di McEwan ha tempo e curiosità sufficienti per farsi domande, interpretare i segni della sua realtà mediata, contemplare azioni e concludere che la sua sola salvezza, la salvezza dell’uomo, sta forse nell’esitazione.

Ian McEwan è nato nel 1948. È autore di due raccolte di racconti, Primo amore, ultimi riti e Fra le lenzuola e altri racconti; un libro per ragazzi, L’inventore di sogni; un libretto d’opera, For You; il saggio Blues della fine del mondo e i romanzi Il giardino di cemento, Cortesie per gli ospiti, Bambini nel tempo, Lettera a Berlino, Cani neri, L’amore fatale, Amsterdam, Espiazione, Sabato, Chesil Beach, Solar, Miele e La ballata di Adam Henry e ora Nel Guscio.

 

 

Nel Guscio: le recensioni al libro

"Nel Guscio è uno straordinario gioco di prestigio, un pezzo di bravura che, ai doni narrativi di precisione, autorevolezza e controllo, aggiunge il diletto assoluto delle acrobazie di cui sono capaci le parole".
(Michiko Kakutani, The New York Times)

"Risuona in queste frasi l’autentica nota aurea del genio".
(Ron Charles, The Washington Post)