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1960. Io reporter

1960. Io reporter
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Brossura:
240 Pagine
Editore:
Feltrinelli
Pubblicato:
10/10/2012
Isbn o codice id
9788807491313

Descrizione

"La fotografia è stata per me una grande passione, breve ma intensa; la Leica, il mio salvagente in una stagione di disillusione politica. Era la fine degli anni cinquanta, non esisteva scollamento, allora, tra pubblico e privato: i dubbi, le contraddizioni, le domande senza risposta su quel che restava del sogno comunista segnarono la nostra generazione. In me, poco più che trentenne, il segno fu tanto profondo da spingermi a lasciare non soltanto la redazione di "Vie Nuove" (il settimanale del Pci per il quale scrivevo dopo l'esperienza all'"Unità") ma addirittura il giornalismo, nella convinzione che continuare a praticarlo avrebbe voluto dire tradire le mie idee e trasformarmi da militante comunista nel suo opposto. Preferii partire alla volta di Berlino e trasformarmi in fotografo giramondo. Per cinque anni non feci altro che viaggiare spiando i volti delle persone nei paesi più lontani. Poi i tempi cambiarono, e con essi, un po' alla volta, anche le mie decisioni."

La nostra recensione

1960. io reporter è il libro che testimonia che nella sua vita Ermanno Rea ha fatto anche il fotografo. Dimessosi da un settimanale del partito comunista nel quale lavorava nel 1959, Vie nuove, l'autore decise di cambiare mestiere perché non si sente più autorizzato a scrivere, perché non voleva trasformarsi da ex-militante comunista in un militante anti-comunista. Pensò quindi che la parola scritta non gli si addicesse più e, non sapendo fare altro nella vita, decise di fare il fotografo. Fotografo giramondo. Inizia così questa lunga, non lunghissima parentesi: cinque anni dedicati a questa attività in cui parte e si reca inizialmente in Germania, poi nel resto dell'Europa, in Giappone, in Nepal, in India... Cinque anni in cui ha raccontato attraverso le immagini la storia d'Italia e del mondo che era a quell'epoca. Per poi arrivare ad interrompere bruscamente quest'esperienza e tornare alla parola scritta. Appese al chiodo le macchine fotografiche, riprese la sua vecchia attività di giornalista scrivente. Affidò quindi il suo ben fornito archivio fotografico ad un'agenzia perché sfruttasse al meglio queste immagini. Cosa che avvenne, solo che quando anni dopo tornò all'agenzia per riprendersi il suo prezioso materiale per riportarlo a casa, scoprì che questo archivio non esisteva più, era stato trafugato.
Ermanno Rea ha impiegato un paio d'anni di faticosa ricerca per rimettere insieme un archivio che non esisteva più, recuperando il materiale mancante da riproduzioni di vecchie fotografie dai giornali, ricostruendo la storia di quegli anni Sessanta. Tutte le fotografie hanno come protagonista l'uomo e tendono sempre a sottolineare una situazione sociale, politica, umana con una voglia di interpretare il mondo che visitava.
Valeria Merlini