Ai giorni nostri, quando si viaggia rifiutando l'offerta della serialità di villaggi turistici uguali dappertutto, la curiosità del vedere e del vivere situazioni diverse da quelle di partenza dà origine ad una variegata gamma di sensazioni e pensieri: la resistenza e la creatività che emergono in noi quasi sorprendendoci, la solitudine così come l'intensa solidarietà con compagni sconosciuti di percorso, lo straniamento eppure, al contempo, la percezione di luoghi ignoti come 'casa'. Quando vado altrove, con zaino e scarponcini, senza sapere bene dove dormirò, cosa mangerò, come si svolgerà la mia giornata e cosa mi porterà - perché comunque mi porterà sempre qualcosa di diverso, nuovo e sorprendente - sono veramente felice. Quando vado altrove è come se i pezzi faticosi di me, che hanno origine nel mio passato e condizionano il mio futuro quando sono ferma, si dissolvessero magicamente.