"A quasi cent'anni dalla prima edizione, l'""Antologia di Spoon River"" di Edgar Lee Masters, L'Antologia Palatina del Novecento, non ha ancora esaurito la sua fortuna. Oggi ci attrae anche per ragioni storiche: l'industrializzazione che trasformò un villagio americano tra Ottocento e Novecento vi trova un'eco fedelissima; questa provincia di pazzi, peccatori, mitomani, prostitute, suicidi ci sembra già segnata dall'impronta di Faulkner. Due grandi temi attraggono Lee Master: da un lato il gran flusso della creazione, il ciclo della metamorfosi universale, che muta i corpi e le anime in altri corpi e altre anime; dall'altra la stoica accettazione della realtà e di tutta la vita: ""ora so che bisogna alzare le vele /e farsi portare dai venti della sorte / dovunque spingano la nave"". Il massimo talento di Lee Master è narrativo: egli sa concentrare una storia, una vita, un destino, in poche righe; ma tutti i mini racconti legati da molteplici allusioni, si sciolgono in una sola ""Comédie humaine"". ""Alla vigilia dell'espressionismo e del dadaismo, era possibile sognare la confluenza di tutti i vecchi generi letterari in un unico calderone ciò che la memoria dell''homo sapiens' occidentale, arricchita da secoli di cultura ma desiderosa di rituffarsi nel mito della vita originaria, poteva conservare"". (Eugenio Montale)"