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Aria da Dylan (Un')

Aria da Dylan (Un')
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30 punti carta PAYBACK
Libro:
302 Pagine
Editore:
Feltrinelli
Pubblicato:
08/05/2012
Isbn o codice id
9788807018947

Descrizione

Vilnius Lancastre, novello Amleto a Barcellona, ha una spiccata somiglianza con Bob Dylan, l'ambizioso progetto di redigere un archivio generale del fallimento, nonché quello di fondare una società di emuli di Oblomov che facciano dell'indolenza totale una forma d'arte che consenta loro di generare non più di una sola idea al giorno. Per contro, il narratore è un prolifico scrittore che, dopo essersi dedicato tutta la vita alla produttività letteraria, si pente e si prepara a tacere definitivamente, anche nella vita reale. Ma non può non cedere all'invito di Vilnius e della fidanzata Deborah che gli affidano la stesura delle memorie apocrife del famoso scrittore Lancastre, morto in circostanze sospette. Ancora una volta quindi la vita reale si confonde con quella letteraria e i due giovani mettono in scena una trappola per topi di shakespeariana memoria senza mai cedere tuttavia all'impegno di perseguire la quintessenza della levità, quella dimensione infra sottile postulata da Duchamp. Sullo sfondo la filigrana della Hollywood degli anni d'oro e Scott Fitzgerald. Un romanzo intriso di grande ironia, con padri dai figli reali e scrittori coi loro figli metaforici, in competizione o complici, donne dal fascino delle dive di celluloide, in una Barcellona contemporanea e scanzonata, pronta a ospitare questa compagine di personaggi stravaganti.

La nostra recensione

È la storia di una formica e dei suoi tentativi per spostare un macigno che le ingombra la strada: si potrebbe sintetizzare così "Un'aria da Dylan", se il suo autore fosse un entomologo. Enrique Vila-Matas è invece uno degli scrittori più prestigiosi e originali della narrativa contemporanea spagnola. Ogni suo nuovo romanzo si offre al lettore come un oggetto destinato a sorprendere, turbare, divertire, seminare domande e fare, sempre e comunque, letteratura con cui per giunta giocare. La vicenda si presenta poco complicata ma estremamente complessa, uscita dalla penna di chi sa fare di una situazione, o ancor più di una sola parola, un'occasione per spingersi sempre più nel profondo in una discesa apparentemente senza fine. Le parole stesse diventano un grimaldello capace di aprire infinite porte. Tutto ha inizio con una lettera dell'Università di San Gallo che invita uno scrittore di chiara fama, nonché voce narrante dell'intera vicenda, a un congresso sul tema "Fallimento e letteratura". Vi partecipa anche la nostra formica, il giovane Vilnius Lancastre. Costui interviene al convegno letterario leggendo il suo "Teatro di realtà", narrazione autobiografica dei giorni successivi alla morte del padre, il macigno, il grande scrittore Juan Lancastre. Parole che mirano a gettare una luce impietosa sulla vera personalità del babbo famoso romanziere, un ultimo grido di dolore con cui il ragazzo spera di liberare la propria strada da una figura davvero ingombrante. Così ingombrante da essere ancora viva nella testa del figlio, per imporgli ricordi di eventi precedenti alla sua nascita e chiamandolo a gran voce: "Amleto!" (sì, proprio il principe danese vessato dal fantasma paterno). Giovane tormentato, il nostro Vilnius. Ricco però di idee balorde e ambiziose: redigere un Archivio Generale del Fallimento da cui trarre un film sul fallimento generale del mondo, o fondare una società di emuli di "Oblomov", anime votate a perseguire l'indolenza e la totale apatia. Nonostante l'immobilismo però il ragazzo comincia un viaggio nelle zone più impalpabili dell'esistenza alla rincorsa dell'autore di una battuta contenuta in un vecchio film hollywoodiano. Poche parole che diventano presto una formula magica capace di dischiudere a Vilnius "luoghi nuovi e insospettabili della mente" e mondi, incontri, persone, in una labirintica ricerca del senso della propria esistenza, della verità sulla morte del proprio padre, dell'identità, del bisogno di raccontare, della differenza tra realtà e finzione e del "fine ultimo". Sul fondo di questa vicenda sta Barcellona, i suoi locali e i personaggi bizzarri che l'autore inventa a ogni pagina. Vila-Matas poi, non ancora contento di essersi impossessato di noi e averci scaraventato sulla ripidissima montagna russa della propria concezione del romanzo, dà una mano di giallo alla conclusione del suo libro, alla quale si arriva piacevolmente confusi e inebriati. Per affrontare il romanzo confesso serva un poco di energia e qua e là una salda determinazione, tuttavia il premio in palio è un mondo inedito, il fascino di un pensiero caleidoscopico e infinte suggestioni in un mai banale rimando fra letteratura, cinema, vita e memoria. Tutto firmato Vila-Matas, entomologo per temperamento, grande romanziere per ispirazione.
Andrea Tognasca