Una foto. È l'unica traccia utile che Charlie, informatore della CIA, ha lasciato prima di finire sgozzato dalla lama di un rasoio. La foto ritrae Nabil Mussaui, un terrorista sciita libanese la cui presenza in Sierra Leone pare collegata a un'azione terroristica che i servizi segreti iraniani starebbero pianificando contro gli Stati Uniti. Quando Malko Linge atterra nella notte a Freetown, accolto da un caldo umido insopportabile, la capitale sembra una città fantasma immersa nell'oscurità. Non c'è più petrolio, quindi niente elettricità per i lampioni. Scarseggia la benzina, i telefoni sono muti, le pompe per l'acqua non funzionano. Dappertutto vecchie case creole di legno, fra tetti di lamiera e colori vivaci ormai scrostati. Comprensibile che Malko non sia proprio entusiasta del nuovo incarico. Per non dire che gli elementi di cui dispone sono ben poco incoraggianti: l'Agenzia è convinta che gli attentatori colpiranno, ma non sa dove né come o quando. E nemmeno perché. Il paese, privo di qualsiasi valore strategico, è troppo piccolo per interessare le grandi potenze. Allora cos'hanno in mente gli emissari di Teheran? Trovare una risposta è la missione del Principe delle Spie. Impedirglielo, e magari tagliargli la gola, è la missione di tutti gli altri.