Torna indietro

Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli. La guerra infinita alla burocrazia

Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli. La guerra infinita alla burocrazia
14,25 -5%   15,00 

Ordina ora per riceverlo lunedì 9 ottobre. 

28 punti carta PAYBACK
Brossura:
189 Pagine
Editore:
Feltrinelli
Pubblicato:
10/06/2014
Isbn o codice id
9788807172847

Descrizione

Anziani obbligati dall'Asl a pesare i pannoloni dopo l'uso. Cassazione alle prese con processi per lo sgocciolio di una camicia o la brucatina di un'asina. Miracolate a Lourdes alle quali è vietato rinunciare alla pensione d'invalidità. Porti collaudati ufficialmente dopo 36 anni. Cittadini vivi e vegeti che faticano a dimostrare di non essere morti dal 2008. Decreti attuativi mai fatti al punto che Renzi ne ha ereditati un'enormità: 513. Ministeri che sbrigano ricorsi dopo 31 anni e intimano al ricorrente: risponda immediatamente. Dirigenti asserragliati nella trincea del burocratese e pagati in media il triplo che in Germania. Terremotati alle prese con 1109 leggi e leggine impossibili da rispettare. Norme surreali sui velocipedi "alti al massimo metri 2,20", gli "effetti letterecci" o la pesca dei trichechi. Gian Antonio Stella racconta la burocrazia italiana. Un reportage spassoso e insieme inorridito sulle regole, i meccanismi, gli uomini, i deliri, gli sprechi e i privilegi più folli e offensivi di un mondo a parte che non vuole cambiare. E pesa sul paese per almeno 70 miliardi di euro.

La nostra recensione

Il comico e sceneggiatore Marcello Marchesi lo scriveva già nel 1963, facendo il verso a Vittorio Alfieri; ma dopo cinquant’anni quella battuta - utilizzata da Gian Antonio Stella come titolo per la sua ultima inchiesta tra le magagne del Belpaese - funziona ancora perfettamente per racchiudere in un’immagine fulminea e amaramente umoristica lo spettro della burocrazia in Italia. Più che lo spettro, l’incubo, il mostro che ha il solo obiettivo di autoconservarsi... per il bene del paese, ovviamente. E certo, non si sa se ridere o piangere, disperarsi o divertirsi leggendo questa carrellata di esempi dove trionfano, singolarmente o tutti insieme, mancanza di buon senso, cretinismo legislativo, torpore burocratico e demenza normativa. Stella ci racconta vicende incredibili, paradossali e perfino spassose se non finissero, a volte, per schiacciare letteralmente la vita dei poveri cittadini inermi e umiliati, creando loro fastidi, perdite di tempo, estenuanti attese di una soluzione: la luce alla fine di un tunnel che sembra non finire mai. Nel districarsi tra commi e azzeccagarbugli, privilegi e leggi assurde, c’è spazio anche per lo “stupidario linguistico” del burocratese: autentiche perle di comicità, sconcertanti e esilaranti, per fortuna a volte del tutto innocue. Purtroppo non è sempre così, e questo reportage ce lo dimostra per l’ennesima volta. La burocrazia statale è ingombrante, insensata, dannosa: gli italiani dovranno rassegnarsi o potranno finalmente anche loro sperare in uno stato che non li usi, spremendoli e vessandoli, solo per mantenere i privilegi di pochi? Ricchissimo di esempi, citazioni, rimandi storici e geografici (non siamo i soli a soffrire di burocrazia), il libro di Stella non può certo (né lo vuole) dare una risposta a questa domanda; leggerlo però è sicuramente interessante se non altro per rafforzarsi nella convinzione che certe situazioni - per quanto faccia male - è sempre meglio conoscerle, checché ne dica La Gazzetta Ufficiale (la “voce” della nostra Repubblica): “È superfluo fornire informazioni che non siano necessarie”.
Antonio Strepparola