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IL CANTICO DEI CANTICI SCHERZO POETICO IN UN ATTO

IL CANTICO DEI CANTICI SCHERZO POETICO IN UN ATTO
Ebook
con Adobe DRM
Editore:
Niccia
Pubblicato:
30/06/2019
EAN-13
1230003300374

Descrizione

FELICE CAVALLOTTI

IL CANTICO DEI CANTICI

SCHERZO POETICO IN UN ATTO

I PEZZENTI

Felice Carlo Emanuele Cavallotti[1] (Milano, 6 ottobre 1842 Roma, 6 marzo 1898) è stato un politico, poeta, drammaturgo e patriota italiano, fondatore, insieme ad Agostino Bertani, dell'Estrema sinistra storica, movimento attivo tra il 1877 e l'avvento del Partito Radicale Italiano (1904).

Fu soprannominato "il bardo della democrazia".

Volontario garibaldino in gioventù, benché la sua fama sia oggi molto inferiore a quella di Mazzini e Garibaldi presso il grande pubblico, all'epoca era considerato il vero erede politico dei due eroi del Risorgimento. Politico idealista e appassionato, combatté molte battaglie per la giustizia sociale e una società autenticamente libera, oltre che contro la corruzione e il colonialismo della classe dirigente crispina. Cavallotti fu considerato il capo incontrastato dell'"Estrema sinistra" nel parlamento dell'Italia liberale pre-giolittiana. Morì tragicamente a 56 anni, dopo essere stato ferito gravemente in duello dal giornalista conservatore Ferruccio Macola.

Oratore efficace, l'opera poetica di Cavallotti è invece considerata più significativa per l'aspetto politico che per la qualità letteraria, ed è principalmente di ispirazione civile e sociale, e in parte anche lirica, simile alla poesia carducciana per quanto riguarda la forma metrica tradizionale. La maggioranza delle sue opere poetiche sono scritte infatti secondo la metrica classica.

Felice Cavallotti morì il 6 marzo 1898, ucciso in duello dal conte Ferruccio Macola (che sarebbe finito suicida anni dopo), direttore del giornale conservatore Gazzetta di Venezia, che lo aveva sfidato in seguito ad un diverbio. Il radicale aveva tacciato di mentitore il conte, responsabile di avere pubblicato una notizia non verificata relativa ad una querela che egli aveva ricevuto come deputato. Cavallotti propose il duello e Macola, più giovane di vent'anni, accettò, rilanciando la sfida e proponendo l'uso del guanto e delle sciabole affilate come armi. I "padrini" di Cavallotti furono i deputati Camillo Tassi ed Achille Bizzoni.

L'ultimo duello - che come tutti quelli combattuti dal vecchio garibaldino non doveva essere all'ultimo sangue - di Felice Cavallotti ebbe luogo a Roma, presso Porta Maggiore, in un giardino nella villa della contessa Cellere, nel primo pomeriggio.

Dopo pochi minuti, al terzo attacco, Felice Cavallotti venne ferito gravemente, raggiunto alla bocca dalla sciabola dell'avversario, che gli trafisse contemporaneamente la carotide e il palato. Cavallotti perse quasi subito conoscenza, per il dissanguamento, e, portato all'interno della villa e soccorso, morì pochi minuti dopo soffocato dal sangue, alle ore 15:30. Benché i duelli fossero ufficialmente proibiti dal 1875, venivano tollerati, ma in caso di morte di un duellante venivano considerati un omicidio, seppur con le attenuanti dell'"onore", e perciò passibili di condanna fino a 5 anni di carcere.[25] Il Macola sarà condannato dalla Corte d'Assise di Roma il 21 ottobre 1898 a soli 13 mesi di reclusione in quanto non gli verranno riconosciute le aggravanti contemplate dall'art. 239 del codice penale. I padrini furono pienamente assolti. Ferruccio Macola, a seguito della vicenda, venne emarginato dalla vita politica e sociale, e anni dopo, nel 1910, si suicidò.

Con la morte di Cavallotti, gli elementi dell'Estrema sinistra storica in Italia persero un leader, e la Casa di Savoia un instancabile oppositore: due mesi dopo, priva della sua guida carismatica, la sinistra democratica non poté efficacemente opporsi alla svolta repressiva e poliziesca del governo, culminata nella strage dei moti di Milano da parte del generale conservatore Fiorenzo Bava Beccaris. Nel 1900la violenza politica e lo scontro sociale ebbero il suo atto più clamoroso nell'assassinio del re Umberto I da