Dopo "Happy birthday, turco!", ritorna il detective Kemal Kayankaya, in un nuovo e ancor più avvincente romanzo. Il private-eye turco con passaporto tedesco è cresciuto e può ormai vantare alcuni successi professionali, senza per questo averne migliorato la propria situazione economica e aver rinunciato all'abuso di tabacco e alcolici. Ingaggiato da un damerino dell'alta società per ritrovare la sua ragazza tailandese rapita da malviventi, Kayankaya si ritrova invischiato in una vicenda di corruzione e miserie umane nella civilissima Germania, all'inseguimento di una banda che si arricchisce sulla pelle di profughi politici e immigrati clandestini, offendo loro documenti falsi: come si suol dire, carta straccia. gente disperata, disposta a pagare qualsiasi prezzo per la salvezza e la speranza di una nuova vita. O almeno, così credono i malcapitati. Questa volta, il giovane investigatore ci guida nel sottobosco di Francoforte, nell'ambiente della prostituzione, specie quella importata dal terzo mondo, nell'incubo dell'ufficio immigrazione, dove poliziotti e funzionari intrisi di razzismo si dedicano con teutonica solerzia alle quotidiane vessazioni e umiliazioni di cittadini extracomunitari. Nonostante il calibro del tema trattato, però, detective e autore mantengono il loro tono rude e beffardo e sbrigano magistralmente il finale, ligi ai dettami del genere, con un classico scioglimento alla Nero Wolfe.