La squadra è a Singapore in missione di recupero. In una segheria abbandonata alla periferia della grande città, un gruppo di mercenari custodisce materiale tecnologico riservato sottratto nel corso di un'operazione di spionaggio industriale. Acquattati nella foresta dietro lo stabilimento, gli uomini della Silent Corporation attendono il momento giusto per l'incursione. Con loro c'è Clausewitz, pronto come sempre al fianco dei compagni, gli unici ai quali è legato da un vincolo di fedeltà. È diventato un contractor per non tenere più conto delle bandiere, per non doversi sentire parte di qualcosa. Deve sparare, uccidere ed essere pagato. Semplice. L'arte della guerra è l'opposto di ciò che raccontano i film. Non esistono scontri epici o complicate strategie. Due contendenti con un solo colpo a disposizione: il primo che riesce a sferrarlo con efficacia mette fine alla battaglia. Ora sono lì, armi d'assalto strette in pugno, il dito sul grilletto dei fucili di precisione, per tirare quel colpo. Fra qualche minuto saranno vincitori, o morti, o un misto delle due cose. Ma niente andrà come previsto, perché qualcuno ha fornito false informazioni. E presto questa sporca storia divamperà come un fuoco che non è possibile controllare.