Come si può continuare a scrivere quando la morte ti ha sottratto la tua Musa? È questo l'interrogativo che, l'8 giugno 1290, tormenta Dante Alighieri, giovane poeta ancora alla ricerca di una sua voce, davanti alle spoglie di Beatrice Portinari. Da quel momento tutto cambierà: la sua vita come la sua poesia. Percorrendo le strade di Firenze, Dante rievoca le vicissitudini di un amore segnato dal destino, il primo incontro e l'ultimo sguardo, la malìa di una passione in virtù della quale ha avuto ispirazione e fama. È sgomento, il giovane poeta; e smarrito. Ma la sorte gli riserva altri strali. Mentre le trame della politica fiorentina minacciano dapprima i suoi affetti dal rapporto con la moglie Gemma all'amicizia fraterna con Guido Cavalcanti e poi la sua stessa vita, Dante Alighieri fa i conti con le tentazioni del potere e la ferita del tradimento, con le aspirazioni alla gloria letteraria e il timore di non riuscire a comporre il suo capolavoro... È un Dante intimo, rivelato nella sua fragilità ma anche nella potenza della sua visione del mondo, quello che Marco Santagata mette in scena in un romanzo che restituisce le atmosfere, le parole, le inquietudini di un Medioevo vivido e vicino. Il sommo poeta in tutta la sua umanità: lacerato dall'amore, tormentato dall'ambizione, ardentemente contemporaneo. Come donna innamorata è stato finalista al Premio Strega 2015. Marco Santagata (Zocca, 1947) è uno scrittore, critico letterario e docente universitario italiano, vincitore nel 2003 del Premio Campiello con Il Maestro dei santi pallidi e nel 2006 del Premio Stresa di Narrativa con L'amore in sé (entrambi pubblicati da Guanda). È anche il curatore delle opere di Dante nell'edizione Meridiani Mondadori ed è l'autore della biografia Dante. Il romanzo della sua vita (Mondadori, 2012; Premio Comisso 2013).
La nostra recensione
È vero che l’invenzione è una terra di nessuno, dove l’immaginazione può spaziare in ogni direzione creando situazioni fantasiose ma anche assolutamente credibili. Questa potenza immaginativa, Marco Santagata, tra i più autorevoli dantisti italiani, mette al servizio del suo ultimo romanzo, Come donna innamorata, integrando la sua profonda conoscenza del Sommo Poeta della lingua italiana con il racconto di un Dante intimo e privato, smarrito di fronte al letto di morte della sua Bice, incapace di dare un senso a quella tragedia terrena, senza ancora sapere che riuscirà a eternare quella sua passione trasfigurando l’amore e l’amata nei versi immortali della sua Commedia. Colto in questi attimi di vita quotidiana nella Firenze degli anni giovanili, o nei cupi momenti dell’esilio, emerge un Dante deluso e preoccupato, sospettoso e inquieto, ma anche ambizioso e consapevole del proprio valore, lacerato per il destino crudele che l’ha separato dagli occhi verdi di Beatrice (“due smeraldi scintillanti”), addolorato per la rottura dell’amicizia con Guido Cavalcanti, suo tormento dell’esilio quanto la lontananza da Firenze. Amore e Amicizia, ecco cosa rende umano, attuale, vicininissimo a noi Dante Alighieri; due sentimenti vissuti con potenza, con coraggio e con lealtà, con la passione ideale di un uomo che, nei quadri narrativi evocati con raffinata eleganza da Santagata, vive, patisce e ama. Lo rivediamo accanto agli amici (oltre a Guido, Manetto Portinari, fratello di Beatrice) e ai maestri (tra tutti, ser Brunetto Latini), insieme alla moglie Gemma e agli amati figli, immerso nei turbamenti delle vicende politiche della sua città e proiettato verso le altezze sublimi della sua visione poetica. Un ritratto inedito, suggestivo e folgorante che esce proprio, e non a caso, nell’anno in cui si celebrano i 750 anni della nascita del poeta e che resterà nel cuore dei lettori. Antonio Strepparola
