Torna indietro

Comprare il sole

Comprare il sole
13,50 -25%   18,00 

Ordina ora per riceverlo mercoledì 24 aprile. 

27 punti carta PAYBACK
Rilegato:
184 Pagine
Editore:
Einaudi
Pubblicato:
11/09/2012
Isbn o codice id
9788806212957

Descrizione

Nadia Motta ha ventiquattro anni, nessun sogno e un'unica ambizione: il denaro. La sua vita da studentessa è solo una farsa, e i lavori occasionali più disparati le permettono di tirare avanti. Perché preoccuparsi? Il futuro prima o poi le "verrà incontro da solo". E per quanto riguarda gli uomini? Faccende di poco conto. Se sua madre Stefi si definisce una "femminista storica" e crede di poterne fare a meno, lei è una "post-femminista": inutile prenderli troppo sul serio, meglio puntare su un fidanzato con un bel lato "b" (babbeo), come Eros, che pensa di essere un grand'uomo ma gliela dà sempre vinta. Solo una cosa conta davvero, su questo Nadia non ha dubbi: i soldi, quella corrente che nasce chissà dove e spinge le nostre vicende in una direzione o nell'altra. E i soldi arrivano: Nadia vince ventuno milioni a una super lotteria, ritrovandosi da un giorno all'altro a dover maneggiare una cifra a sei zeri che solleverà le sue certezze come palloncini, fino a farle scoppiare in un mondo di traffici e avvocati, conti all'estero, misteri della finanza e amici dal lato "i" (quello intelligente) e dal lato "s" (quello stronzo) fin troppo sviluppati. Sola, e abbandonata a se stessa, Nadia sogna una città metafisica dove tutto è in svendita, piena di manichini sorridenti, castelli in aria e ruote panoramiche, e dove il Signore dei Saldi e dei Soldi sta in agguato appeso a un'enorme ragnatela...

La nostra recensione

Nadia Motta un bel giorno vince alla lotteria ventuno milioni e seicento mila euro. Pare strano anche solo scriverla, questa cifra. E lei, che ha ventiquattro anni, una vita un po' insulsa tra un fidanzato "babbeo", qualche amico di troppo, una mamma femminista imbarazzante detta Stefi, i sogni e le ambizioni dimenticate in un cassetto, un futuro a dir poco incerto davanti a sé, ne rimane dapprima incredula e poi stravolta.Mentre se ne sta tranquilla davanti al computer, in pantofole (che mi hanno ricordato, nella loro veridicità, quelle descritte da Flaubert e raccontate da Flannery O'Connor nel suo piccolo bellissimo saggio su Madame Bovary, cui a ben pensarci Nadia, nella sua incantevole ottusità, vagamente un po' assomiglia), si accorge di aver vinto quella indicibile somma di denaro. Ora la sua vita è appesa a un bigliettino di carta delle dimensioni di uno scontrino o poco più. Il cervello inizia a lavorare come un matto. Sebastiano Vassalli affonda la penna proprio in quell'istante esatto, puntandovi la telecamera di una scrittura senza filtri, in cui questa ragazza si ritrova all'improvviso, come aveva sempre sognato, ricca, vergognosamente ricca. Cosa succede allora davvero? Quali sono le prime sicurezze a saltare? E quali a consolidarsi? In che gorgo finisce questa giovane donna che già di suo poi tanto innocente forse non è mai stata? Di chi si può fidare? Cosa c'era di vero nella vita di 'prima'? E in quella di dopo? La particolarità di questo romanzo di Vassalli è di raccontare tutta questa vicenda di "corruzione" - poiché dove c'è tutto quel denaro non si può, sembra volerci dire, parlare proprio di nient'altro - attraverso i modi della "fiaba moderna"; anzi contemporanea. Inizia tutto con un classico c'era una volta per proseguire utilizzando, mi è parso, quasi le funzioni di Propp, come se volesse mostrarci quanto sono antiche le debolezze dell'uomo, quanto siamo fragili e vulnerabili. C'è una leggerezza imperscrutabile, in questa storia e in questa scrittura piana e letterale, che destabilizza. Vassalli racconta qui le cose con una bizzarra "semplicità": ma non dovremmo lasciarci confondere da questa apparente "scorrevolezza". Questo libro infatti mi ha dato la sensazione come di ritrovarmi di fronte a un'opera d'arte concettuale, a un taglio di Fontana, a uno squarcio nel lento scorrere di una vita, la nostra, dominata, avvinta dal denaro o dalla sua assenza. Il desiderio che nasce quindi è quello di opporsi, dopo essersi guardati in questo specchio incantato e spietato, e di ricercare di nuovo qualcosa di sincero, forse un'umanità perduta.
Tazzinadicaffe