Come inizio non c’è male. La sua ragazza se la squaglia all’improvviso, lasciando però aperto uno spiraglio su un suo possibile ritorno. E chi se la beve? Infatti, Tom proprio non se ne persuade e non si capacita del perché Hayley se ne sia andata così, di punto in bianco, senza dirgli nulla e senza che ci fossero evidenti segnali di disagio. Vista così, sembra una specie di vacanza “unilaterale” che lascia interdetto e spaesato il povero Tom, il quale, dopo lo smarrimento iniziale, si mette sulle tracce della ragazza fino a imbattersi in un grupo di sconclusionati, svitati, eccentrici depressi cronici che, per dare un senso alla loro vita e affrontare i loro problemi, hanno messo a punto una strategia un po’ stravagante: copiano gli altri e si incollano alla loro vita. Funzionasse davvero anche nella vita reale quella combinazione di tasti che sul computer ci permette di prendere ciò che ci va e sostituirlo a quello che non vogliamo più... Non sarebbe tutto più semplice? Forse no, e perlomeno nella vita reale c’è qualche imprevisto in più; e allora per Tom comincia tutta una serie di avventure e colpi di scena che, in un modo o nell’altro, finiranno comunque per dare una svolta alla sua vita. Imprevedibile, esilarante, frizzante, divertente... possiamo snocciolare tutta una sfilza di aggettivi “iper” per definire questa avventura di strada, fatta di pedinamenti, inseguimenti, tentativi di incollarsi alla vita altrui per migliorare, cambiare, vivacizzare la propria. Danny Wallace - fine umorista e affabulatore coinvolgente - traccia con bravura le linee di questa storia che si aggroviglia intorno al protagonista, usando una leggerezza che ci piace perché non è mai scontata, banale, artificiosa ma naturale, quotidiana, accessibile. Se poi riesce difficile credere di risolvere tutto con un semplice copia-e-incolla possiamo sempre ricorrere a Oscar Wilde che, in un caso come questo, direbbe: “Sii te stesso, tutti gli altri sono già occupati”.
Antonio Strepparola