Probabilmente per molti Frangetta è soltanto una canzone, una presa in giro nei confronti di un genere di ragazze che abitano le nostre città. Forse non tutti sono riusciti ad andare oltre la facile logica dell'ironia; a trovare il termine adatto a definire la compiaciuta superficialità che accomuna le "frangette" e alcuni tipi di persone. La parola in questione è una di quelle che un ormai diffuso e quindi inconsapevole provincialismo fa guardare con sospetto: povertà. Sarebbe tuttavia un errore pensare all'indigenza economica. Superando questo fin troppo schematico accostamento, gli autori hanno infatti tracciato un profilo preciso e disincantato di una nuova categoria di poveri. Con questo libro si è voluto cosi dare vita a una sorta di vademecum, caustico ma anche desolante, per il riconoscimento di individui ormai diventati le caricature di se stessi. Stereotipi viventi accomunati - al di là delle differenze di censo, posizione sociale - dall'incapacità di dare un peso ai loro discorsi, dall'accettazione passiva di ciò che li circonda (oggetto o idea che sia), e soprattutto dall'assoluto rifiuto di guardare in faccia una realtà che fa di loro delle semplici comparse inconsapevoli di essere tali. Questa galleria di ritratti diviene così l'impietoso specchio di una banalità troppe volte fatta passare per qualcosa di eccezionale, ma anche l'unica risposta plausibile al malessere che la genera.