In questi ventisette racconti in forma di dialoghi, Pavese si immerge nel tema del mito, ma lo rielabora in chiave moderna e ne fa l'essenza latente e immortale della storia dell'umanità. Il mito diviene così la chiave interpretativa del reale, il minimo comun denominatore fra uomo e società. Se è vero che Pavese prende le mosse da una mitologia tramontata, quella greca, è pur vero che i suoi significati sono universali e veicolano le paure e i sentimenti più inconsci e remoti dell'uomo.
Composta in tempi di neorealismo, l'opera di Pavese riesce a distaccarsi dalla realtà misera del dopoguerra cercando d'interpretarla in modo nuovo, attraverso una mitologia apparentemente lontana e sepolta, rispetto all'incombente materialismo incipiente. I Dialoghi con Leucò rappresentano una delle opere intellettuali e spirituali più significative del Novecento.