Iris - quarantacinque anni, sposata, con due figli - pensa di aver lasciato dietro di sé i due grandi traumi della sua vita: l'abbandono da parte del primo amore, Eitan, che l'ha portata giovanissima a desiderare la morte e, anni dopo, l'attentato di cui è stata vittima che l'ha portata tra la vita e la morte. Ma a distanza di dieci anni da quell'attentato, Iris non si aspetta il riaffiorare del dolore fisico, di quei ricordi terribili, ma soprattutto non si aspetta di rincontrare per caso Eitan. Se a questo si aggiungono il sospetto che il marito Michi abbia un'amante e la preoccupazione per la figlia, plagiata da un uomo molto più grande di lei, la vita di Iris sembra andare di nuovo in frantumi e la situazione diventa ingestibile.
La recensione del libraio
La protagonista, Iris, parla del dolore in tutte le sue sfaccettature. Ci racconta del dolore sopito che abita in lei per la fine del primo amore, che si risveglia dopo un incontro casuale ad anni di distanza, del dolore fisico che persiste dall'attacco terroristico subito a Gerusalemme vent'anni prima, e del dolore malinconico per la crisi del suo matrimonio. Il tutto come se leggessimo i suoi flussi di coscienza, come se tutto fosse un unico monologo interiore. Una domanda si fa sempre più crescente nel romanzo: vale la pena distruggere presente e futuro, e di conseguenza ferire le persone più care, per un passato che ritorna?
