Ute e Ina sono due sorelle gemelle, Ina più inquieta e ribelle, abbandona la famiglia la cui atmosfera è opprimente e conflittuale, facendo perdere le sue tracce e inizia una nuova esistenza in un altro continente. Ute intraprende un altro percorso e si trasferisce a Berlino.
Ina, tornata nel paese, scivola gradualmente in un'esistenza ai margini della società. Ute è una donna sola, lavora nella polizia e la sua vita trascorre perduta nei ricordi, con il rammarico di non avere una famiglia, mentre la sorella, insieme con altri due esseri perduti come lei, un criminale e un ex attore, crea il simulacro di una famiglia che per i tre diventa un bozzolo protettivo.
Gli eventi si evolvono in un crescendo stupefacente e drammatico ed entrambe le sorelle sono spinte dal destino a gravitare attorno a situazioni in cui sono a loro insaputa entrambe protagoniste e coinvolte, seppure la loro estrema sensitività faccia percepire loro la presenza reciproca, attratta irresistibilmente da un destino ineluttabile.
L'acme di una caccia che obbliga l'una a inseguire l'altra, impone a entrambe delle scelte dolorose prese in frazioni di secondi e azioni brutali che deflagrano in un parossistico e tragico conflitto finale, che tuttavia, fa ritrovare l'una nelle braccia dell'altra e offre a entrambe un barlume, una speranza. La storia è intensamente metaforica e pone in evidenza temi come la società, le droghe, la trasgressione e la dualità speculare e inscindibile della realtà sociale mettendo a fuoco un desiderio umano innato, quello di una famiglia, in particolare quando essa è stata teatro di drammi esistenziali di strazianti conflitti il cui danno è un'anima ferita e disorientata, oppure non è esistita.
