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Emilia la dolce

Emilia la dolce
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28 punti carta PAYBACK
Brossura:
187 Pagine
Editore:
Cairo
Pubblicato:
14/11/2012
Isbn o codice id
9788860524577

Descrizione

A dare il via alla nostra storia ci sono un pranzo decisamente troppo abbondante, come si conviene in Emilia, una zia maestra vittima di tanto ben di Dio e la sua strana eredità: un quaderno e un mazzo di carte da mercante in fiera che ritrae i personaggi più stravaganti di Lambertone, nel Modenese. Ed ecco il Pit, il mitico meccanico, che con una scommessa impossibile ha cambiato il corso di una vita; i restauratori, due fratelli che dopo un litigio non si sono parlati per venticinque anni; l'imbianchino-attore e il materassaio, quest'ultimo uomo di fede e di speranza, coinvolto, suo malgrado, in una vincita milionaria da recuperare a ogni costo. C'è anche la Clotilde, consorte del farmacista, ex aspirante cantante e ora ispiratrice di miracolosi preparati galenici che fanno la felicità delle mogli del paese; e c'è l'Emilia, per tutti Dominique la Furia, che ha lavorato tanto all'Olmo Giallo per la gioia dei maschi lambertonesi. Non mancano neppure il soldato, il birocciaio, il maniscalco e l'acquaiolo... Ritratto ironico e sentimentale di una terra laboriosa e ospitale, dove la gente brinda a Lambrusco e non perde mai la voglia di sorridere, "Emilia la dolce" è una storia che in fondo appartiene a tutti noi: le umane faccende degli abitanti di Lambertone ci riportano a un'Italia di provincia che non è scomparsa, ma si è solo un po' nascosta dietro ai ritmi della modernità.

La nostra recensione

C’era una volta un mondo variopinto, quello della provincia italiana, ricco di storie, colori, sapori, parole. Buttarci dentro lo sguardo può riservare piaceri e sorprese imprevedibili. Così come Andrea Vitali, con i suoi romanzi ambientati in riva al lago di Como, Andrea Biavardi si tuffa nella sua Emilia e ne ricava storie di paese (Lambertone, immaginario ma inevitabilmente realissimo), divertenti, carnali e schiette, come il Lambrusco che vi scorre a fiumi. E, soprattutto, genuine, come i proverbi che dettano i ritmi stagionali, o gli antichi mestieri che scandiscono i rapporti e le relazioni tra gli abitanti, gente allegra, ricca di fantasia e di risorse, personaggi di uno scenario vitalissimo. Siamo già al secondo superlativo, ma quando si parla di paese e della laboriosa vita contadina non possono mancare; e infatti quello raccontato da Biavardi in <b>Emilia la dolce</b> è un ‘superlativo’ piccolo mondo antico, tanto più straordinario quanto più fatto di buone cose semplici, saporite come il cibo e i pettegolezzi, corpose come il vino e le battute salaci, generose come il cuore dei contadini e le forme delle donne. Quattro amici seduti al tavolino del bar Cittadella a giocare a briscola, con l’immancabile rissa chiassosa perché il compagno sbaglia a calare il carico, un gran vociare e le gole secche rinfrescate dal Lambrusco... questa è la semplicità contadina che riassume un mondo nascosto ma non scomparso, finché c’è ancora qualcuno che ce lo sa raccontare con tanto entusiasmo e trasporto. E alla fine viene proprio da esclamare: ‘E vissero tutti felici e contenti!’ Chi più chi meno...

<br /> Antonio Strepparola