Francesco Redi (1626-1697) rappresenta un classico esempio di scienziato più noto che conosciuto, più citato che studiato, più ammirato che amato, che, pur essendo stato oggetto di un continuo interesse erudito, risulta oggi del tutto trascurato nel panorama della ricerca storica contemporanea, come indica a sufficienza il fatto che manca ancora un'edizione completa ed affidabile delle sue "Opere". Ma c'è di più: il Redi scienziato e letterato che conosciamo attraverso i suoi testi a stampa costituisce solo una minima parte del Redi inedito che è rimasto sepolto fino ad oggi nei fondi archivistici della Biblioteca Marucelliana, della Biblioteca Medicea Laurenziana, della Bilioteca Riccardiana e della Biblioteca Nazioanle Centrale di Firenze. Questa deludente situazione potrebbe cambiare in modo decisisvo se, prendendo spunto dalla ricorrenza nel 1997 del Terzo Centenario della morte del grande scienziato aretino, verrà avviato un progetto di recupero del patrimonio storico legato a questa figura straordinaria della modernità. Uno degli ultimi ingegni veramente enciclopedici della cultura occidentale, in grado di passare con disinvoltura dall'anatomia di un mammifero alla decifrazione di un codice antico, dall'ideazione di un sonetto all'impostazione di un esperimento di laboratorio, dallo studio di una voce dialettale alla raffigurazione di un reperto naturalistico, dalla ricerca di un'etimologia greca o di un proverbio arabo alla stesura di una ricetta o di un consulto medico.