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I FUNGHI MANGERECCI E VELENOSI DELL'EUROPA MEDIA

I FUNGHI MANGERECCI E VELENOSI DELL'EUROPA MEDIA
Ebook
con Adobe DRM
Editore:
Niccia
Pubblicato:
05/07/2019
EAN-13
1230003308790

Descrizione

I FUNGHI
MANGERECCI E VELENOSI
DELL'EUROPA MEDIA

CON SPECIALE RIGUARDO A QUELLI CHE CRESCONO NEL

TRENTINO

DEL
GIACOMO BRESADOLA

con 121 Tavole

Trattato di micologia.

Giacomo Bresadola (Ortisé, 14 febbraio 1847 Trento, 9 giugno 1929) è stato un presbitero e micologo italiano.

Nacque a Ortisé in Trentino, al tempo territorio austriaco. Frequentò le scuole elementari a Montichiari (BS), le scuole tecniche (Realschule) a Rovereto e a Trento completò gli studi superiori presso il Imperial Regio Ginnasio dal 1863 al 1866.[1] Proprio a Trento, maturata la vocazione al sacerdozio, nel 1866 si dedicò agli studi teologici che concluse quattro anni dopo, quando fu ordinato sacerdote.

Esercitò a Baselga di Pinè, poi a Roncegno, infine nel 1874 fu nominato parroco di Magras, frazione del comune di Malé in Val di Sole. Qui nel 1880 divenne socio della Società degli alpinisti tridentini.[1]

A Magràs si dedicò presto allo studio della botanica approfondendo le proprie conoscenze sui muschi e i licheni, poi iniziò lo studio dei funghi sotto lo stimolo di Padre Giovanella da Cembra, un frate cappuccino del convento di Malé, al quale dedicò successivamente una nuova specie, l'Omphalia giovanellae, (Clitopilus giovanellae(Bres.) Sing.).

Nel 1885, trasferito a Trento, presso la Curia Vescovile, svolse l'incarico di amministratore del Capitolo della Cattedrale fino al 1910. Da allora visse come pensionato a Trento, continuando la sua attività di micologo.

Si formò in campo micologico acquistando e leggendo le opere del Venturi e del Vittadini, ma evento decisivo fu la sua lettera al prof. Saccardo con la quale chiedeva di avere le sue opere e dava la sua disponibilità per ricerche micologiche in Trentino. Da allora, infatti, nacque una proficua e durevole amicizia oltre che ad una lunga collaborazione.

Saccardo non fu l'unico, infatti Bresadola cominciò a collaborare con le più importanti riviste botaniche europee e con numerosi micologi di fama internazionale. Tra questi basta ricordare Lucien Quélet, Patouillard, Sydow, Henning, Barla e Massalongo.

Di fondamentale importanza, fu il rapporto di collaborazione con Bourdot e Galzin nello studio intrapreso dai due micologi francesi sugli Aphyllophorales.

Oltre ad essere stato uno dei fondatori della S.M.F. e membro dell'Accademia Pontificia dei Lincei, Bresadola, nella sua vita aveva ricevuto molte onorificenze, tra cui: socio benemerito della Società Botanica Italiana, socio corrispondente della "Botanical Society of America", membro onorario della B.M.S., socio onorario della Deutsche Gesellschaft für Pilzkunde.

La morte lo colse il 9 giugno 1929, a Trento nella sua modesta abitazione, mentre stava ancora lavorando all'"Iconographia Mycologica", opera che fu poi ultimata postuma grazie all'interessamento della Società Botanica Italiana e del Museo di Storia Naturale di Trento. Per ricordarne la memoria, nel settembre del 1930, nel corso di un convegno della Società Botanica Italiana tenuto a Trento presso il Museo di Storia Naturale, fu scoperto un busto marmoreo a lui dedicato.

Le ristrettezze economiche lo costrinsero a cedere un erbario di circa 30.000 specie al Museo di Stoccolma.