La battaglia tra una nave inglese e un sommergibile italiano durante la seconda guerra mondiale. La lotta tra due uomini, i due Comandanti, che riprendono in mare, presenza ostile e minacciosa, una vecchia sfida sportiva che li aveva già visti avversari in tempo di pace, con la struggente consapevolezza di appartenere a un mondo senza futuro. La storia di un gruppo di naufraghi che diventano invisi a Hitler come a Churchill, agli alti comandi alleati e a quelli dell'Asse, e che, per un momento, sembrano destinati a ricalcare l'infame e sciagurata parabola narrata da Conrad in un libro indimenticabile come 'Lord Jim'.
La fine dell'avventura di Giorgio Capitani è un insolito romanzo che racconta vicende che gli scrittori di oggi evitano di trattare pur di non misurarsi con l'universo semplice e complicato dei grandi sentimenti, l'onore e l'amore, la pietà e il dovere, i sentimenti, cioè, che riportano alle questioni fondamentali del vivere e del morire. Scritto pensando ai leggendari film di guerra americani, alle facce scarne e vissute degli interpreti e allo stile secco e intenso dei dialoghi di quelle pellicole, La fine dell'avventura è un romanzo che si vede come si vedeva un tempo il cinema, in una solitudine affollata di immagini, di bagliori, di scoppi, in preda all'irripetibile emozione provocata dal racconto delle passioni estreme, quelle che si seguono con il fiato sospeso, con la paura che l'avventura finisca, con il piacere di sapere che, come succedeva una volta, non finirà mai.