Hotel da incubo, Malattie imbarazzanti, Non sapevo di essere incinta e Sepolti in casa non bastano. Ormai la tv chiede sempre nuovi format, sempre più paradossali, sempre più surreali. Succede anche in Videogramma, un'azienda di contenuti in cui da anni lavora Chiara, trentacinquenne milanese, direttrice casting, single, irrisolta, piena di paure e ossessioni. Il nuovo capo, detto lo Yeti, chiamato anche per operare dei tagli, costringerà tutti i dipendenti a proporre format innovativi, pena il licenziamento immediato. Ma la situazione per Chiara si complica quando suo padre, Massimo Lombroso, un vecchio critico letterario del «Corriere della Sera» malato di demenza selettiva, viene cacciato dall'ospizio in cui è ricoverato perché ormai ingestibile. In attesa di trovare una nuova sistemazione, Chiara lo terrà in casa con sé. La convivenza però non sarà facile: lui la scambia da sempre per Heidi, il cartone animato che seguivano insieme quando lei era piccola. Tutto il suo mondo è popolato di caprette, monti e Peter. E Peter verrà ribattezzato anche il ragazzo trovato da Chiara per stare col padre quando lei è al lavoro, un giovane premuroso e preparatissimo che si prenderà cura dell'uomo fino a diventare insostituibile. Quando Chiara si troverà in difficoltà alla Videogramma, per le pressanti e impossibili richieste dello Yeti, sarà proprio questa sua nuova strampalata famiglia a darle una mano e, come per magia, tutto si risolverà per il meglio, non senza inaspettati e imprevedibili sviluppi.
La recensione del libraio
In Heidi, nuovo romanzo di Francesco Muzzopappa, ci si imbatte in una serie di personaggi verosimili e surreali al tempo stesso, che hanno la capacità di trasportarci all'interno della storia, come un telespettatore su un set cinematografico, per tenerci incollati alle pagine fino alla fine. ¿C'è Chiara, indiscussa protagonista, trentacinquenne milanese alle prese con una carriera sempre più complicata, nel mondo della Videogramma, azienda in cui è stata assunta come direttrice casting. ¿A seguire c'è lo "Yeti", il suo capo, colui da cui dipende la sua sorte lavorativa già molto precaria, prototipo dell'uomo arrogante e spocchioso fino al midollo, totalmente privo di capacità manageriali e completamente assorbito dal proprio ego. ¿Ci si imbatte poi nel padre di Chiara, il sig. Massimo, un uomo da sempre anaffettivo, firma prestigiosa del Corriere della Sera in gioventù, trasformatosi in un anziano ingestibile a causa di una demenza selettiva. ¿L’ultimo personaggio che incontriamo è Thomas, un giovane infermiere che si potrebbe definire “l'angelo del focolare”, colui che tutto rigenera e trasforma, presenza indispensabile per gestire l'ingombrante padre di Chiara che, tele-trasportato dalla sua immaginazione sulle alpi svizzere, è convinto che sua figlia sia Heidi e che il mondo oltre l'uscio di casa sia popolato da caprette e mucche. ¿L'umorismo graffiante, a cui Francesco Muzzopappa ci ha abituato nei suoi precedenti romanzi, permea ogni pagina di questa storia. Ma non si ferma qui. Si plana in una dimensione spazio-temporale abitata da sentimenti genuini, non astrattamente buonisti ma autenticamente veri. Mentre la storia scorre, tra le risate che non riesci a trattenere, scopri qua e là la presenza di spunti di riflessione non banali, non scontati, non previsti. Perché Heidi è uno di quei romanzi che, una volta letti, ti fa stare bene e ti scalda dentro!
