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Homo faber. Resoconto. Ediz. speciale

Homo faber. Resoconto. Ediz. speciale
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Rilegato:
186 Pagine
Editore:
Feltrinelli
Pubblicato:
01/01/2005
Isbn o codice id
9788807830051

Descrizione

Ingegnere pragmatico e razionale, privo di radici affettive che lo ancorino a un luogo o a una famiglia, indifferente a tutto ciò che non è spiegabile con la logica e insensibile a tutto ciò che è istintivo, religioso umanistico. Autentico campione della civiltà tecnologica, si ostina a non vedere ciò che non può capire. Nel corso di una crociera, Faber incontra una ragazza cui si lega sentimentalmente. Quando scopre in lei la figlia mai conosciuta, è ormai troppo tardi.
Max Frisch è forse il primo scrittore cui sia riuscito di dar forma poetica a un'apprensione molto diffusa: quello che in "Stiller" era ancora un problema tardoromantico, cioè il confronto dell'individuo con la propria identità, è diventato il problema moderno della "vita come forma nel tempo", una forma che nella nostra epoca minaccia costantemente di sfuggirci. Per queste ragioni, "Homo Faber" è non soltanto l'opera più compiuta di Max Frisch, ma anche la più inquietante. (J. Petersen per lo "Hessischer Rundfunk")
Di sé, Faber dice d'essere "un uomo negli anni migliori, sportivo e abbronzato dal sole", e questa definizione, fatta di aggettivi tratti dal vocabolario della cosmetica, con cui un'epoca soddisfatta vorrebbe cancellare il tempo, gli impedisce di ammettere che egli ha perduto per sempre la possibilità di trovare il proprio io nella dedizione a un altro io. La scelta, di fronte alla quale Faber è fuggito, non può essere ricuperata. Colui che offende le rigide leggi dell'eros cade preda delle "oscure forze". Lerinni svegliata non vendica l'incesto - l'incesto stesso è già la sua vendetta. Il problema della colpa è qui maggiormente sottolineato e insieme è trattato in una dimensione più ampia che non in "Stiller". (Erich Franzen in "Merkur")
Questo "resoconto" è pieno di ganci e di occhielli. La nostra diffidenza vi si impiglia, come la nostra opposizione e la nostra impazienza. E tuttavia, chiuso il libro, si sente di aver letto un'opera vigorosa, e si è certi di una cosa: Frisch non gioca con l'orrore, ha veramente orrore. Non evoca le paure dell'umanità per amore di prestidigitazione: è il cittadino di un'epoca tarda che sfrutta il passato. (Jost Nolte in "Die Welt")
Nello scontro con quanto di più forte la vita possa imporre a un uomo nella dimensione irrazionale - la nascita, l'amore incestuoso e poi la morte della propria figlia - il soddisfatto razionalismo di Walter Faber va in pezzi. Egli capisce che la sua vita è sbagliata. Nel suo mondo compare la morte. In "Homo Faber", azione e formulazioni concettuali, inseparabilmente congiunte, hanno un ritmo incredibilmente mosso, le frasi sono esatte, calibrate, disposte in un'eccitante cadenza. I luoghi in cui si svolge l'azione - Venezuela, Messico, Stati Uniti, Germania, Italia, Grecia - assumono un allucinante rilievo per la stringatezza espressiva e per il distacco con cui li vive l'uomo tecnicizzato. Con questo libro Frisch ha scritto non soltanto il proprio capolavoro ma un capolavoro di livello internazionale. (Georg Hensel in "Darmstadter Echo")
Il romanzo viene ora proposto in edizione speciale per i cinquant'anni di Giangiacomo Feltrinelli Editore.