Introduzioni, premesse, proemi, dediche e ringraziamenti sono una mielosa forzatura e una ridicola e inutile copertura che si danno alla maggior parte dei libri che si sono scritti e si scriveranno. Neanche i grandi spiriti sono stati immuni da queste storpiature, essendo stati costretti dalle epoche e dalle circostanze a sottomettersi al nobile e potente di turno o allo spregiudicato editore. Non sono da meno finali, epiloghi e conclusioni sorprendenti e a effetto, posti come condimento terminale per cercare di circuire il malcapitato lettore. Da ciò consegue il mio avvertimento.