Può un libro essere un riscatto? Può restituire ciò che è stato tolto?
In questo caso, sì!
Molto tempo fa, quando si stringeva tra i banchi della scuola, all'autore fu impartita una lezione chiara e indiscutibile: la forma va sempre rispettata, perché così si è sempre fatto e così si fa anche oggi, al di là di una bontà del contenuto. L'implacabile indottrinamento ebbe l'effetto di lasciare tracce profonde nell'anima e nella memoria. Emersero spesso anche successivamente, lungo la via, condizionando la spontanea espressione di ciò che sentiva e desiderava, perché l'ombra della "giusta veste" in cui forzare la sua ricchezza interiore lo torturava e perseguitava. Strada facendo si rese conto che la lezione di allora non fu prerogativa della sola istituzione scolastica ma è una richiesta ricorrente di una società che antepone la forma al contenuto. E il frutto di una tal maldestra costrizione non è altro che una società saziata di forma ma povera di contenuto.
Il libro nasce così per guarire un'antica frattura restituendo a quel sentimento spontaneo e profondamente dissidente la libertà dall'oppressione di una giusta forma. L'unione di versi manipolati nella forma accompagnati da colorate istantanee esprime la forza e la profondità di quel ricco mare indomito e ferace che, in fin dei conti, si agita in ognuno di noi.