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È quasi Natale. Le vetrine abbaglianti dei negozi seducono con ogni tipo di offerta. Le strade sono addobbate con le luci più scintillanti. Nei centri commerciali c'è la ressa per la ricerca del regalo più originale (e spesso più inutile). Vanno a ruba le ultime novità tecnologiche, specie tablet e smartphone, sempre più capaci di offrire una specie di mondo a parte, in un'interconnessione pressoché perenne a cui pare impossibile rinunciare, in una dipendenza paragonabile a quella del gioco d'azzardo e della droga. Anche i più piccoli sono entrati in questo circolo, e gli adulti non riescono a distoglierli da un capriccio che rischia difficoltà nelle relazioni reali, tendenza all'isolamento e, alla lunga, dolori e sviluppo spropositato del dito pollice per il suo continuo utilizzo. Cerchiamo tutti, almeno per questo Natale, in questo momento così buio dei rapporti umani, così violento, così intollerante, così sbandato, di accendere una candela di speranza, di pace, di fraternità, e riscoprire i valori di quando eravamo bambini, quando bastava qualche fiocco di neve, una bambola di pezza e un'automobilina di latta per renderci felici. In un abbraccio d'amore che oggi abbiamo dimenticato.
