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Il mito dell'analisi

Il mito dell'analisi
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Brossura:
386 Pagine
Editore:
Adelphi
Pubblicato:
01/01/1979
Isbn o codice id
9788845908583

Descrizione

Si può dire che questo libro segni il più importante sviluppo della psicologia analitica dopo la morte di Jung. James Hillman ha qui messo in questione l'analisi stessa con una radicalità e una consequenzialità che sconvolgono e scalzano ogni possibile routine delle varie scolastiche (junghiane non meno che freudiane). Dopo che per decenni l'analisi ha preteso di sezionare il mito, qui per la prima volta ci si chiede: qual è il mito che sta dietro all'analisi e la determina nel profondo? La risposta sarà asciutta e dura: quel mito è un mito di dominio (e implicitamente di persecuzione), che risale ad Apollo e alla sua terribile ambiguità di guaritore/ distruttore. Quel mito, non a caso, è l'unico che l'analisi ha sempre 'dimenticato' di analizzare. E da esso non discende solo una pratica clinica positivistica (da cui è germogliata, tra l'altro, la psicanalisi), ma anche tutta una strategia offensiva che la nostra civiltà ha usato in vari àmbiti. Da esso discende quel processo che ha spinto tutto l'Occidente a degradare, in fase successive, l'immaginazione, l'anima e il femminile, a farne le tre potenze oscure che bisogna innanzitutto ingabbiare. E qui Hillman ci ha dato una magistrale dimostrazione storica, ripercorrendo la formazione del linguaggio della patologia, che ha voracemente inghiottito nella 'malattia' aree immense della vita, e le vicende del mito della inferiorità femminile. Su quest'ultimo tema, sul quale valanghe di scritti sono state ammassate in questi ultimi anni, si direbbe non esiste nulla di altrettanto acuto e sostanzioso del saggio di Hillman che forma la Terza parte di questo libro.
Ma, una volta individuati i creduli segreti che presuppone la pratica dell'analisi, quale vie si aprono (se si aprono)?