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Il padre infedele

Il padre infedele
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Brossura:
188 Pagine
Editore:
Bompiani
Pubblicato:
01/10/2013
Isbn o codice id
9788845274091

Descrizione

"Forse non mi piacciono gli uomini." Il giorno in cui tua moglie, all'improvviso, scoppia a piangere in cucina, è una piccola apocalisse. Uno di quei giorni in cui la tua vita va in frantumi ma giunge, anche, per un attimo, a dire se stessa. E allora Glauco Revelli, chef di un ristorante blasonato, maschio di quaranta anni, padre di una figlia di tre, va alla ricerca della propria verità di uomo. Dall'ingresso nell'età adulta, l'innamoramento, la costruzione di una famiglia, la nascita e l'accudimento di una figlia, fino al disamore della moglie (che gli si nega dal momento del parto) e al ritorno feroce degli insaziabili demoni del sesso, tutto è passato in rassegna dal suo sguardo implacabile e commosso. Con "Il padre infedele" Antonio Scurati scrive il suo libro più personale, infiammato dal tono accorato della confessione e, al tempo stesso, il romanzo dell'educazione sentimentale di una generazione.

La nostra recensione

Dopo gli esiti contrastanti delle sue fughe nel passato (Una storia romantica) e nel futuro (La seconda mezzanotte), Antonio Scurati torna con un romanzo pieno, una storia intima ma universale che, con una prosa di tagliente lucidità, riesce a coinvolgere ed emozionare. Al centro c’è una famiglia - un tema che in epoca di crisi, di valori affetti lavoro, si ripresenta spesso sulla scena narrativa, non solo italiana-, una famiglia unica e infelice (“tutte le famiglie felici si somigliano ma ogni famiglia è infelice a modo suo”, diceva Tolstoj). Eppure è un’infelicità che si lega alla gioia più grande che, con il suo valore così assoluto, può trasformarsi nel dolore più grande: il parto, la nascita. In tutto il romanzo c’è questa presenza mitica, una “scena padre” taciuta, volutamente oltrepassata perché è evento e non narrazione. È il momento del parto, il momento in cui il padre sente la propria esistenza sdoppiarsi, una lacerazione che ti sradica dal passato per scaraventerti in un futuro che non sai bene con che occhi guardare. Solo dopo questo “istante zero” il racconto può riprendere, perché è cominciato lo scorrere del tempo e con esso la sofferenza, la mancanza, la perdita. Dopo il tempo del disfacimento - affettivo, sessuale, coniugale - ecco allora il tempo della gloria paterna, il rapporto padre/figlia, la trasmissione, gli sguardi e le parole del contatto. Quanto di autobiografico Scurati, padre da poco, abbia fatto passare nel suo protagonista non è l’aspetto saliente del romanzo; quando si articola una riflessione narrativa intorno al tema della paternità qualche tratto personale sfugge per forza, dà sostanza, ma per il resto è l’universalità stessa dell’essere padri che crea quei quadri narrativi che di storia in storia hanno raccontato generazioni intere. Il padre infedele è un romanzo generazionale, di una genererazione a cui, come dice il padre (ancora un padre) del protagonista, “hanno gettato un osso già spolpato”.
Antonio Strepparola