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Il panico quotidiano

Il panico quotidiano
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Brossura:
208 Pagine
Editore:
Einaudi
Pubblicato:
02/04/2013
Isbn o codice id
9788806212438

Descrizione

Durante un turno di notte in fabbrica, all'improvviso la paura. Proprio così, dal nulla. Come se gocciolasse dalla testa un brivido lunghissimo. E poi di colpo caldo, caldo fino quasi a smettere di respirare. Da quel momento il protagonista deve fare i conti con le crisi di panico, mentre la sua vita a poco a poco va in frantumi. Il suo rapporto con Lucia, il lavoro alla catena di montaggio, le amicizie: tutto salta in aria per il deflagrare continuo di quell'ordigno sempre innescato. Sarà l'incontro casuale con un anziano ex operaio e con uno psichiatra a spingerlo a risalire fino a monte quel fiume di terrore. Anche se farlo significherà scivolare spesso sul fango dei ricordi. Dopo aver raccontato con forza e leggerezza le emozioni adolescenziali, Christian Frascella torna con un romanzo in cui dimostra di avere la maturità, innanzitutto letteraria, per affrontare i propri fantasmi ed evocare quelli del lettore, in una seduta spiritica coraggiosa. Ci sono cose che puoi dire, e dire così, solo se le hai vissute.

La nostra recensione

“Autofiction” è un termine coniato negli anni Settanta da un critico letterario francese per indicare quelle opere in cui biografia dell’autore e finzione si mescolano e si intrecciano fino a confondersi e a creare una massa narrativa eterogenea e singolare. L’autore è sempre protagonista e compare con il suo nome e cognome; così è per esempio in alcuni dei romanzi di Houellebecq, Moresco, Genna, Bolaño, Auster e Siti. Ed è così anche per Il panico quotidiano, l’ultimo romanzo di Christian Frascella che, mettendo in scena sé stesso in una sorta di diario personale, descrive la storia quotidiana del suo corpo e della sua anima attaccati dalla paura, avvinti e schiacciati dal panico e dall’ansia che spezzano ogni equilibrio fin lì faticosamente raggiunto: lavoro, amici, amore. Al posto di una vita, quella che si credeva di avere e di riempire di gesti ed emozioni “normali”, restano solo il vuoto e la paralisi. Frascella ha vissuto questo percorso all’interno delle pareti spesse e soffocanti della paura e ha deciso di raccontare sé stesso in un romanzo che usa le parole come ganci a cui appendersi o a cui aggrapparsi, tastando tutt’intorno per trovare una via d’uscita. Inizia così una lotta estenuante, le prendi e le dai, cadi al tappeto e ti rialzi, ricominci a lottare: non si vince e non si perde, perché con il panico si può sempre scendere a patti, è accomodante, quando si sa come addomesticarlo. Utilizzando un linguaggio scoperto, che nulla concede al sentimentalismo ma neanche al cinismo, Frascella ha scritto un romanzo maturo, duro e impetuoso, in cui le parole rivestono i fatti senza celarli. Anzi, sono proprio le “parole della memoria”, i ricordi, a svelare gradualmente ciò che è rimasto soffocato all’interno dell’anima e che, all’improvviso, sceglie il corpo per manifestarsi in tutto il suo orrore. Dopo gli adolescenti irrequieti e dolenti dei suoi romanzi precedenti, Frascella si è gettato con inesorabile lucidità a raccontare il ‘cuore’ debole e inappagato dell’età adulta.
Antonio Strepparola