Davanti al quadro di un alpino il bambino chiede al nonno di narrargli storie degli alpini e il nonno é così costretto per accontentarlo a riesaminare tutta la sua vita, rimettendola in discussione. Ripercorre gli anni della sua giovinezza, delle sue esperienze milanesi con valori che non riusciva a condividere, contrapposti a quelli autentici delle sue montagne dove la vita era scandita dal ripetersi delle azioni quotidiane, governata dalle tradizioni e dai sogni, ingentilita dalla bellezza della natura, marcata dalla concretezza delle cose essenziali. Quel bambino che cerca la meraviglia ogni giorno uscendo dal tempo reale entrando nell'eterno, gli suscita il bisogno di un forte cambiamento perché ha tanto da insegnargli, ma tanto anche da imparare da lui. Decide di prendersene cura come di un seme da coltivare guidandolo perché eviti i suoi stessi errori. Il dialogo prosegue con il ragazzino adolescente per insegnargli a discernere, a individuare i legami che uniscono esperienze, sentimenti e fatti, per imparare a leggere la realtà, scoprendo nella sua unicità e autenticità la capacità di una libera scelta contro i condizionamenti della società. Nonno e nipote insieme vanno alla ricerca dei veri valori e principi che danno senso e significato alla vita.