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Il trio dell'arciduca

Il trio dell'arciduca
Ebook
con Adobe DRM
Editore:
Bollati Boringhieri
Pubblicato:
17/04/2014
EAN-13
9788833973104

Descrizione

«Un vero godimento, originale e di altissimo livello.»
il Fatto quotidiano - Fabrizio d'Esposito

«Se il romanzo poliziesco funziona quando, oltre a tenere alta la suspense dell'intreccio, riesce a descrivere un ambiente, una città, una società, quelli di Hans Tuzzi hanno, oltre a tutto ciò, anche qualcosa di più.»
la Repubblica - Leopoldo Fabiani

««Un vero godimento, originale e di altissimo livello».»
«il Fatto quotidiano» - Fabrizio d'Esposito

««Se il romanzo poliziesco funziona quando, oltre a tenere alta la suspense dell'intreccio, riesce a descrivere un ambiente, una città, una società, quelli di Hans Tuzzi hanno, oltre a tutto ciò, anche qualcosa di più».»
«la Repubblica» - Leopoldo Fabiani

Giugno 1914: un mercante levantino viene trovato cadavere nelle acque del porto di Trieste. Oltre che un mercante, però, il morto è l'informatore di un giovane agente segreto imperialregio, Neron Vukcic, che sospetta subito un omicidio. Comincia così un'indagine che si trasforma ben presto in un percorso a ritroso, basato su indizi e deduzioni: dall'ultima tappa toccata dal mercante prima di morire annegato, Sarajevo, Vukcic arriva sino a Istanbul, la capitale del vecchio impero ottomano, a quel tempo ancora Costantinopoli. La missione del nostro giovane agente segreto prosegue, piena di insidie, in un continuo incrociarsi di spie dei tre diversi imperi destinati a scomparire di lì a poco l'austriaco, il turco, il russo , di membri di società segrete nazionaliste, di danzatrici di successo internazionale. Attentati e agguati, mosse e contromosse animano e complicano una trama che riconduce inesorabilmente, in quel caldo giugno 1914, a Sarajevo, dove i servizi segreti delle Grandi Potenze hanno innescato un gioco più grande di loro.
In tutti i suoi romanzi Tuzzi è maestro nella ricostruzione di ambienti e luoghi: qui immerge il lettore nell'atmosfera della Belle Epoque, oltre che dei Balcani teatro di intrighi, avvincendolo con la trama e distraendolo con dettagli inediti e spassosi su città e luoghi ancora selvaggi. E soprattutto divertendolo con continui ammiccamenti agli appassionati del giallo, invitati a riconoscere in Neron Vukcic, la versione giovane di un celeberrimo detective che, come Neron, è nato in Montenegro il 17 aprile 1893, è cresciuto presso la famiglia del cugino, ha una taglia forte, ama le orchidee e la buona tavola...

La nostra recensione

Un giovane alto, atletico ma già corpulento”; così si presenta sulla scena del delitto Neron Vukcic: abito color tabacco, camicia d’un giallo solare, labbra serrate a fessura mentre osserva il cadavere del suo informatore turco. Vukcic è nato in Montenegro, ama la buona tavola e le orchidee e fa l’agente segreto al servizio dell’impero austro-ungarico. Vi ricorda qualcuno? Tracce anagrafiche, fisiche, professionali e cromatiche sono segnali manifesti da cui cominciare un gioco letterario squisito e travolgente. Vukcic, letteralmente “figlio del lupo”, in inglese “wolf”. Serve altro? Nero Wolfe: sì proprio lui, il mastodontico e geniale detective che negli anni Trenta abita in una casa di arenaria a New York con il fido Archie Goodwin. Qui però siamo vent’anni prima, in un crocevia fatidico per le sorti (poco magnifiche e progressive, in quel momento) dell’Europa, dove fanno la loro comparsa spie, militari, mercanti, attricette, cospiratori provenienti dai tre grandi imperi sovranazionali in dissolvimento. In questo reticolo di intrighi e depistaggi, il giovane agente segreto Neron Vukcic muove i suoi primi - non ancora ponderosi - passi. Con pochissimi indizi fra le mani (un ritaglio del Times e il programma di uno spettacolo teatrale), accompagnato dall’ostilità, quasi avversione, dei superiori per quel suo atteggiamento spavaldo e tracotante (evidentemente genetico e non dovuto all’apprendimento), Vukcic si sposta da Trieste a Vienna, da Costantinopoli a Sarajevo lungo le direttrici dello spionaggio europeo in gran fermento alla vigilia dell’attentato all’arciduca Francesco Ferdinando. Hans Tuzzi sa gestire con arguzia ed eleganza questa accattivante finzione letteraria, immersa in un’ambientazione descritta con grande credibilità e fascino. E allora lasciatevi trascinare dalla vicenda, perché vi assicuro che c’è da divertirsi nella lettura di questo… - giallo? poliziesco? spy story? - non importa: Il Trio dell’arciduca è un romanzo che sfugge alle maglie strette e forzate di genere, per dilagare con la sua dirompente vitalità storica e inventiva in un gioco di intrecci, rimandi, ammiccamenti e indizi che deliziano il lettore. Del resto, come ebbe a dire lo stesso Rex Stout (il “papà” del Nero Wolfe maturo), se non si diverte l’autore a scrivere come può divertirsi il lettore a leggere? E nello scrivere questo romanzo Hans Tuzzi si è divertito senz’altro.
Antonio Strepparola