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Inseguendo un'ombra

Inseguendo un'ombra
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Brossura:
243 Pagine
Editore:
Sellerio Editore Palermo
Pubblicato:
13/03/2014
Isbn o codice id
9788838931697

Descrizione

"Non è, questo, un romanzo d'ambiente; di costume. Non è un romanzo storico. È una potente azione narrativa. Se nel gioco degli scacchi l'obiettivo finale è catturare il re, le modalità operative e di ricerca di questa opzione strategica forzano il silenzio e le tenebre della storia, per affrontare il mistero di un'"ombra", penetrare nelle tante maschere di un volto che si può pensare ma non conoscere, catturare la personalità artificiosa di un protagonista di eventi reali che con infame talento si evolve su se stesso e sotto più nomi si tramuta; e restituire, infine, alle necessità del racconto, il lato oscuro, la metà notturna e fosforica della civiltà dell'Umanesimo raggiante di cultura. Qui Camilleri gioca a scacchi con l'imponderabile. Le strade del suo personaggio si moltiplicano, si confondono, si scambiano l'una con l'altra. Partono dalla giudecca di Caltabellotta, in Sicilia, e lungo il Quattrocento si inoltrano nei labirinti delle capitali, delle corti piccole e grandi, degli studioli umanistici, delle Accademie e delle Università; nella geografia politica della penisola italica e delle remote contrade di là delle Alpi. Il lettore fa il possibile per recuperare il fiato. Una pagina tira l'altra, vorticosamente. Tra vari avvisi di pericolosità e d'orrore, il protagonista del romanzo sprigiona intelligenza perversa, crudeltà e spietatezza. È un ebreo convertito, poliglotta: esperto soprattutto in lingue orientali..." (Salvatore Silvano Nigro)

La nostra recensione

Questo libro nasce, in un certo senso, per merito di Leonardo Sciascia e di una duplice curiosità. È infatti sfogliando la sua prefazione (siamo nel 1980) a un catalogo della mostra di un amico pittore che Andrea Camilleri si imbatte nella figura poliedrica e misteriosa di un personaggio siciliano, vissuto in pieno Umanesimo e dell’Umanesimo divenuto “faccia ferina” (così Sciascia). La curiosità suscitata dalle parole di Sciascia ha spinto Camilleri, nel corso degli anni, ad apassionarsi e ad approfondire i contorni di quest’uomo, tanto è intrigante, ammantata di ambiguità e fierezza - che degenera spesso in malvagità e ambizione - la vita di... Già, di chi si parla in questo romanzo? Chi sono Samuel ben Nissim Abul Farag, Guglielmo Raimondo Moncada e Flavio Mitridate? Sono tre individui diversi o le diverse identità di una stessa persona? Il primo, giovane brillante studioso ebreo già poliglotta a quindici anni; il secondo, convertito al cristianesimo e spietato persecutore dei giudei e il terzo, fine ed erudito umanista maestro di cabbala di Pico della Mirandola; essi rappresentano una sorta di “trinità”, o meglio ancora un demonio tricefalo, un Cerbero che si pasce di ogni infamia oltre che di sapienza e cultura. Camilleri ci restituisce un personaggio così sfuggente e complesso, la cui ombra non può essere trattenuta dalle larghe maglie della verità storica, ma solo inseguita e affrontata con le armi della narrazione, e che può essere trattato non come personaggio realmente esistito ma solo inventato, vagheggiato, evocato. D’altronde, sottolinea lo stesso Camilleri, “invenzione non deriva da invenire, che in latino significa riscoprire, ritrovare?” E proprio grazie a questa riscoperta nella ricostruzione narrativa di Camilleri ritroviamo un individuo inafferrabile e controverso, mirabile e scellerato, un autentico personaggio letterario.
Antonio Strepparola