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L'Italia borghese di Longanesi. Giornalismo politica e costume negli anni '50

L'Italia borghese di Longanesi. Giornalismo politica e costume negli anni '50
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Libro:
226 Pagine
Editore:
Marsilio
Pubblicato:
20/09/2002
Isbn o codice id
9788831780612

Descrizione

Leo Longanesi nell'ultima fase della sua vita (1950-1957), trascorsa a Milano, dove diede vita anche all'omonima casa editrice, fondò e diresse "Il Borghese", la sua terza maggiore creazione giornalistica, dopo i celeberrimi "L'Italiano" (1936-42) e "Omnibus" (1937-39). Tra i suoi numerosi collaboratori, "Il Borghese" annoverò alcuni giornalisti e scrittori che giocarono un ruolo rilevante e rappresentativo degli umori di larghi settori della società italiana nel passaggio dal fascismo alla democrazia: Giovanni Ansaldo, Luigi Compagnone, Giuseppe Prezzolini, Henry Furst e Indro Montanelli. Durante la direzione di Longanesi, "Il Borghese", rivista graficamente assai elegante, a metà strada tra letteratura e politica, mirò a costituire un raffinato contraltare al "Mondo" di Mario Pannunzio e a dare visibile rappresentanza culturale alla borghesia italiana che inclinava esplicitamente a destra, non si era identificata nella Resistenza, nutriva ostilità verso ogni pensiero progressista, e, pur senza ridursi ad un arroccamento nostalgico, che rimaneva patria di pochi, non accettava l'opinione correntemente divulgata del fascismo quale male assoluto nella storia d'Italia. "Il Borghese", inoltre, rappresentò un laboratorio in cui furono sviluppati modelli giornalistici che, nei decenni successivi, avrebbero trovato diffusione su larga scala. Basti pensare, per esempio, alla feroce critica del potere (democristiano), una critica, però, che in congiunture particolari (soprattutto elettorali) tali da mettere in pericolo la sopravvivenza, lasciava spazio a un quasi incondizionato sostegno di quel potere tanto esecrato: un anticipo della strategia montanelliana del "Mi turo il naso ed invito a votare Democrazia Cristiana". Questo libro - che colma un'indubbia lacuna storiografica, e sul "Borghese" e, più in generale, su Longanesi - partendo dall'analisi dettagliata della posizione tenuta dal "Borghese" nei confronti dei diversi aspetti politici, sociali, culturali e di costume che caratterizzavano l'Italia degli anni cinquanta, affronta altresì problemi di ordine più generale, quali l'influenza di Leo Longanesi sul giornalismo e la cultura italiana dagli anni venti agli anni cinquanta e oltre; il giornalismo italiano tra fascismo, Resistenza e Repubblica; la questione della destra culturale e politica nell'Italia repubblicana; la trasformazione della società negli anni cinquanta alla vigilia del 'miracolo economico', quando già erano avvertibili i primi sintomi, per dirla con Pasolini, della 'scomparsa delle lucciole', della sua mutazione 'antropologica' e dell'avvento del consumismo. Un certo spazio, infine, è dedicato al tratteggiamento - anche attraverso carte inedite d'archivio, quali epistolari e diari - degli itinerari biografici, dagli ultimi anni del fascismo agli anni cinquanta, delle colonne portanti del "Borghese" e cioè di Longanesi, Montanelli, Ansaldo e Prezzolini.