Torna indietro

LA FINE DI UN REGNO

LA FINE DI UN REGNO
Ebook
con Adobe DRM
Editore:
Niccia
Pubblicato:
01/04/2020
EAN-13
1230003786260

Descrizione

PARTE I

REGNO DI FERDINANDO II

Con decreto del 26 luglio 1849, Ferdinando II aveva ripristinato il ministero di Sicilia a Napoli, e con un altro del 27 settembre, dello stesso anno, ripristinò la luogotenenza. Questo decreto, riconfermando l'obbligo per la Sicilia di contribuire nella proporzione del quarto alle spese generali del Regno, cioè della Casa Reale, degli affari esteri, della guerra e marina, sanzionava una specie di autonomia per gli affari civili, ecclesiastici e di pubblica sicurezza, i quali vennero affidati al luogotenente, e ad un Consiglio di quattro direttori. Autonomia più di nome che di sostanza, perchè, circa gli affari i quali richiedevano l'approvazione sovrana, ed erano quasi tutti, il luogotenente doveva riferire, col parere del suo Consiglio, al ministro di Sicilia in Napoli, cui toccava il diritto e l'obbligo di esaminarli e farne relazione alla presidenza dei ministri e al Re.

Con simile ordinamento non era umano, tenuto conto delle facili suscettibilità dell'indole meridionale e dei precedenti dell'ultimo mezzo secolo, che fra il luogotenente e il ministro di Sicilia a Napoli non sorgessero gelosie e attriti. Filangieri, prevedendo queste difficoltà, rifiutò in sulle prime l'ardua missione, e in data degli 8 ottobre 1849, scriveva al Re: "L'unica mia ambizione, il solo mio desiderio, il più ardente dei miei voti, essendo quello di meritare la Sua sovrana approvazione, io La scongiuro, per quanto ha di più caro al mondo, di restituirmi al mio impiego militare, ove spenderò tutto me stesso per contentare di nuovo V. M., com'ebbi la bella sorte di farlo altra volta. Giammai ho esercitato funzioni civili, e giunto come io sono al verno dell'età mia, un tardo noviziato potrebbe forse non tornare utile quanto durevole alla M. V.".[1] Ma il Re, il quale aveva fatto annunziare ai Siciliani che avrebbe loro dato per viceré l'erede della Corona, giovinetto a dodici anni, e poi non mantenne la promessa, scelse il principe di Satriano, reputandolo l'uomo più adatto a governare la Sicilia, da lui riconquistata alla Monarchia. E questi illudendosi che, nell'interesse della dinastia, il Re gli avrebbe lasciate le mani libere, non solo rispetto all'ordinario governo locale, ma rispetto a quelle riforme amministrative ed economiche, delle quali aveva riconosciuta l'urgenza, duran