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LO ASSEDIO DI ROMA

LO ASSEDIO DI ROMA
Ebook
con Adobe DRM
Editore:
Niccia
Pubblicato:
26/04/2020
EAN-13
1230003850510

Descrizione

DAL LIBRO: In virtù dello accordo il Valentino deliberò co' suoi capitani tornati a divozione di lui se fosse ad assaltarsi Toscana o Sinigaglia; elessero Sinigaglia, e di vero mossero colà di concerto commettendo il terzo tradimento, come quelli, che alla posta della Magione avevano promesso sostenere la Castellana. La città noti oppose resistenza; solo la Castellana, e il Doria ridottisi nella Rocca dichiararono ad altri non volersi rendere, tranne al duca; per la quale cosa gli Orsini mandarono per esso; ed egli colto il destro, parendogli, che della sua andata non potessero pigliare ombra poichè eglino medesimi lo chiamavano, rispose, andrebbe, ma la città sgombrassero dalle milizie loro stanziandole nei borghi, dacchè nella città intendeva alloggiare le proprie, e come disse fecero: allora si mosse da Fano, e non potendo farne a meno spinti dai fati gli occorsero in su' muletti Vitelozzo, Pagolo, e il duca di Gravina, entrambi Orsini, questi armati, l'altro disarmato con una cappa foderata di verde, afflitto in vista quasi presago della morte imminente, e corse fama, che innanzi di separarsi dalle sue milizie fece con loro le ultime dipartenze raccomandando ai capi la casa sua, e i nipoti ammonì che non alla fortuna degli avi pensassero, bensì alla virtù, e gl'imitassero. Se con lieta fronte gli accogliesse il Borgia non si racconta nè manco, se nonchè stringendo gli occhi si accorse non essere fra loro Oliverotto, e saputo come fosse rimasto dentro Sinigaglia con le sue genti attelato sopra la piazza, mandò don Michele a dirgli, che menasse le milizie altrove e andasse con gli altri a complire il duca. Oliverotto non se lo fece ripetere due volte studioso con la nuova obbedienza cancellare l'antica ribellione. Entrati tutti insieme in Sinigaglia scavalcarono all'alloggiamento del duca, che li condusse in sala, donde poichè ebbero alternato alcuni ragionari, il duca sotto pretesto di mutare vesti si allontanò; sopraggiunsero a un tratto scherani che pigliarono i traditi a mano salva. Il duca tosto monta a cavallo e si arrabatta a svaligiare le milizie di Oliverotto e degli Orsini; riuscì con le prime perchè prossime e prese alla sprovvista, con le seconde no, che avuto tempo di mettersi insieme con ardimento pari al valore si ridussero in salvo. Durante la notte Vitelozzo, e Oliverotto erano strangolati, il primo (pare impossibile!) pregando si supplicasse il Papa a dargli la indulgenza plenaria, l'altro piagnendo, e tutte le sue colpe riversando su Vitelozzo. Ma chi potrebbe affermare queste cose vere? Le riporta il Machiavello, il quale da altri non può averle apprese eccetto dal Valentino e dai carnefici suoi interessati troppo a fare comparire colpevoli i traditi, e non contenti, secondo il costume dei tiranni, a saperli morti se anco non li sappiano e contennendi, e vili: Paolo, e Francesco Orsini il duca di Gravina furono strangolati più tardi avendo prima voluto accertarsi il Valentino, che il suo dabbene genitore Alessandro Papa aveva a Roma messo le mani addosso al Cardinale Orsino, all'Arcivescovo di Firenze Rinaldo Orsino, a Messere Iacopo da Santa Croce, al protonotaio Orsini, ed all'abate Alviano fratello di Bartolommeo.