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La fisica del diavolo

La fisica del diavolo
Ebook
con Adobe DRM
Editore:
Bollati Boringhieri
Pubblicato:
20/09/2012
EAN-13
9788833971612

Descrizione

Jim Al-Khalili è un fisico teorico di eccezionale talento comunicativo. Per lui i paradossi apparentemente insolubili sono un'ottima occasione per spiegare come funziona la scienza. Per questo ne ha scelti nove, tra più e meno noti, e sulla loro traccia ha costruito questo libro, divertente, stimolante, ironico e che ha la capacità di sconcertare con la semplice accumulazione di elementi imprevedibili. Insomma, un libro che non lascia riposare la mente. Si va dal classico paradosso di Achille e la tartaruga (del quale però scopriamo un insospettabile risvolto quantistico) alla più semplice domanda che l'uomo può farsi guardando la volta stellata: perché di notte fa buio? Sembra incredibile, ma dietro a questa domanda apparentemente banale si nasconde una delle più eclatanti scoperte della fisica contemporanea, che era lì, alla portata degli esseri umani fin dalla preistoria, ma che ha trovato una soluzione plausibile solo pochissimo tempo fa. Incontreremo anche l'inquietante diavoletto di Maxwell, il povero gatto di Schrödinger, che è contemporaneamente vivo e morto, lo strano caso degli oggetti che si accorciano viaggiando, quello ancor più strano del tempo che si dilata e si contrae a suo capriccio, per non dire del mistero (paradossale anch'esso, grazie a un'intuizione di Enrico Fermi) della vita extraterrestre. Sono i diabolici paradossi della fisica, che danno da pensare, ma alla fine hanno una soluzione insperata. Basta rilassarsi e lasciarsi guidare da Al-Khalili e tutto si chiarirà. Be', quasi tutto.

La nostra recensione

La fisica del diavolo è un libro divertente, stimolante, ironico e sconcertante che spiega come funziona la scienza attraverso paradossi in apparenza insolubili. Tra quelli proposti, una delle idee più intriganti e affascinanti di tutta la scienza è qualcosa che molti non conoscono e si chiama paradosso di Olbers. Si chiede spesso alla scienza "come si sa che l'universo è iniziato con il Big Ben quattordici miliardi di anni fa? Che prove esistono?". Tali prove le abbiamo: prima fra tutte, che fa buio di notte. Cosa c'entra con il Big Ben? D'accordo, fa buio di notte, perché il sole tramonta. L'idea del paradosso di Olbers è invece che se l'universo avesse un'estensione infinita ed esistesse da sempre allora in qualunque direzione tu guardassi nel cielo notturno, in definitiva per quanto distante, vedresti sempre una stella. In principio è come una foresta infinita in cui scocchi una freccia, alla fine la freccia colpirà il tronco di un albero se non c'è la gravità a farla cadere. Allo stesso modo guardiamo il cielo notturno: lo si dovrebbe vedere chiaro come o più del giorno perché dovrebbe essere pieno di stelle. Non lo è. La ragione è che l'universo non esiste da sempre, quindi noi vediamo solo la luce che proviene da quelle stelle che sono abbastanza vicine perché la loro luce sia riuscita a raggiungerci da quel poco tempo da cui l'universo esiste: quattordici milioni di anni. Le stelle più lontane sono troppo distanti perché la loro luce ci abbia già raggiunti, quindi se noi vediamo il buio di notte è perché l'universo ha avuto un inizio. La prova del Big Ben è che fa buio di notte. Soddisfatti della spiegazione del fisico, nonché autore del libro, Jim Al-Khalili? Curiosi di leggere gli altri paradossi? Questo è senz'altro un libro curioso, intrigante, ironico e avvincente. Valeria Merlini