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La mite. Racconto fantastico

La mite. Racconto fantastico
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22 punti carta PAYBACK
Brossura:
102 Pagine
Editore:
Adelphi
Pubblicato:
22/05/2018
Isbn o codice id
9788845932687

Descrizione

«Immaginate un uomo la cui moglie, suicidatasi alcune ore prima gettandosi dalla finestra, sia stesa davanti a lui su un tavolo» scrive Dostoevskij nel presentare ai lettori questo racconto perfetto, che di quell'uomo restituisce, con stenografica precisione, il soliloquio delirante e sconnesso, tutto esitazioni, ripetizioni, contraddizioni, pause, balbettii, ripensamenti. Di lui sentiamo i gemiti, e perfino l'eco dei passi che tornano in continuazione al cadavere steso sul tavolo. L'uomo, quarantuno anni, ex capitano cacciato da un illustre reggimento con l'accusa di viltà e ora titolare di un banco dei pegni, non è un giusto, ma nemmeno un inveterato criminale. E semmai parente stretto dell'Uomo del sottosuolo, con cui ha in comune la rabbia dell'individuo rifiutato dalla società, l'istinto dell'animale braccato. Sragionando ad alta voce, cerca di capire e ricostruire le cause della catastrofe. Ha amato la Mite, ma torturandola con le parole e ancor più con il silenzio, con il perverso «sistema» ideato per vendicarsi di un'antica offesa e ritrovare la dignità perduta. E ora continua a chiedersi: «Perché questa donna è morta?». Genio guastatore, maestro nel far saltare i ponti dei legami causali, Dostoevskij gli nega - e lo nega ai lettori - il sollievo di una spiegazione univoca, definitiva. E il monologo si sgretola in un dialogo con immaginari interlocutori: giudici? avvocati d'ufficio? fantasmi?

La recensione del libraio

Può la Morte interrogare la Vita? È un dialogo imperfetto, un processo di fantasmi allucinati quello descritto da Dostoevskij in questo piccolo capolavoro dove la ricerca dell’Assoluto passa attraverso le maglie di una tragedia greca. È il delirio incapace di trovare spiegazioni. È il nucleo più intimo di un dolore straziante, un grumo rappreso di domande senza risposta, incapaci anche di essere sussurrate al mondo.
«Immaginate un uomo la cui moglie, suicidatasi alcune ore prima gettandosi dalla finestra, sia stesa davanti a lui su un tavolo» scrive Dostoevskij. Immaginate un amore che trascolora in possesso, egoismo e senso di rivalsa, una donna diventata la vittima sacrificale di una dignità perduta che rifiuta questo ruolo miserevole scappando dalla Vita… Un suicidio “mite” di una donna annientata, l’uscita di scena da un martirio silenzioso e l’unica fuga possibile da un uomo grigio, orgoglioso e superbo e da una vita non più vita.
In questo racconto perfetto l’autore riporta puntualmente, quasi fedele stenografo di un incartamento giudiziario, il tormento e un conforto negato: quello di una spiegazione impossibile da trovare, quello della Morte che chiede conto alla Vita per la sua apparizione prematura. E il corpo di una donna che diventa atto d’accusa, condanna e pena per un uomo e per la sua sciagurata corsa verso la catastrofe. Passione e compassione, dolore e follia, pena e rancore, e un amore inadatto a vivere: perché se è vero, come ricorda una celebre frase di Dostoevskij, che la bellezza salverà il mondo, è altrettanto vero che nessuno potrà salvare l’uomo colpevole dal suo destino di dannazione.

Marco Blanco, Mondadori Bookstore Modica

Questo libro fa parte de I consigli dei librai dei Mondadori Store