La tragedia è ambientata a Troia dove, terminate da poco le ostilità, le fiamme invadono ancora i resti spettrali della città. I personaggi sono i protagonisti del mito troiano: Ecuba, Pirro, Agamennone, Elena, Ulisse, Andromaca. Trasgredendo al mandato aristotelico di unità di azione, Seneca intreccia due vicende, quelle delle morti di Polissena e di Astianatte, cui si aggiunge un terzo filone relativo alle vedove dei Troiani. Il grande tema che unifica le storie individuali e si svolge in tutta la tragedia, rappresentandone il filo conduttore e la più autentica chiave interpretativa, è quello della guerra. E della guerra per eccellenza, insieme archetipo e mito primordiale di ogni guerra, quella di Troia. Tutta la tragedia, dove i due motivi principali si strutturano con andamento chiastico e binario, esiste dunque in funzione del tema della guerra, vista non solo come elemento corale e globale, ma come contrapposizione individuale tra vincitori e vinti i cui effetti si trascinano ben oltre la cessazione delle ostilità. Infatti anche la fine del conflitto porta con sé non pacificazione, ma solo sofferenza. Attraverso la rappresentazione della guerra di Troia Seneca ha dunque modo di concentrarsi sulla dinamica psicologica alla base del conflitto, e di introdurre la sua denuncia di un universo segnato dalla perdita totale del controllo delle passioni, dove anche gli dèi sono presenze così inconsistenti e lontana da sembrare addirittura insignificanti e da rendere sempre maggiore la solitudine degli uomini. Testo latino a fronte.