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Memorie di un vecchio felice. Elogio della tarda età

Memorie di un vecchio felice. Elogio della tarda età
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Rilegato:
206 Pagine
Editore:
Longanesi
Pubblicato:
01/01/2005
Isbn o codice id
9788830421790

Descrizione

Si può pensare alla vecchiaia come a una stagione per nulla malinconica e rinunciataria, ma piuttosto piena di soddisfazioni e di felicità? Secondo Piero Ottone sì può, anzi in certo modo si deve, è giusto e necessario. Perché la vecchiaia è una conquista, la fine e il compimento di una corsa, il raggiungimento di uno stato d'animo di quiete e benessere a cui tutti, forse già da giovani, aspiriamo: più nessuna paura del fallimento, più nessuna ansia da prestazione, finalmente, ma solo l'appagamento sereno e l'insostituibile consolazione della memoria. E la memoria agisce, i ricordi si riaffacciano alla mente, a volte incrociandosi e accavallandosi, ma sempre dando il senso di un percorso compiuto, una sorta di viaggio che tra casualità e destino conduce proprio a questi anni conclusivi. Per Ottone memoria vuol dire innanzitutto ricordi, momenti di una carriera giornalistica che l'ha visto dapprima inviato all'estero (Inghilterra, Germania, Russia, Algeria) e poi direttore del più prestigioso quotidiano italiano, alle prese con proprietari, redazioni e mondo politico. Ma non di solo lavoro è fatta l'esistenza: ecco quindi riaffiorare anche gli affetti e le amicizie, la giovinezza genovese durante il fascismo e la guerra, le numerose avventure in barca a vela tra il Mediterraneo e l'Atlantico, gli incontri e le letture che hanno cambiato la vita, l'educazione dei figli e adesso quella dei nipoti, che cominciano il loro lungo viaggio nell'esistenza. Con la sua prosa lieve e garbata, in un racconto che non indulge mai all'autocelebrazione, Piero Ottone racconta di sé, delle sue passioni, del suo mondo e traccia un bilancio del proprio vissuto: ne propone un'originale interpretazione "serale"; ma soprattutto tesse uno straordinario elogio della vecchiaia, non come età in cui si attende la fine, ma piuttosto come placida stagione dell'anima, in cui i fili dell'esistenza convergono, restituendo un senso di pace e appagamento che gli altri periodi della vita non avevano saputo regalarci.