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Mercanti di dubbi. Come un manipolo di scienziati ha nascosto la verità, dal fumo al riscaldamento globale

Mercanti di dubbi. Come un manipolo di scienziati ha nascosto la verità, dal fumo al riscaldamento globale
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46 punti carta PAYBACK
Brossura:
376 Pagine
Editore:
Edizioni Ambiente
Pubblicato:
21/11/2019
Isbn o codice id
9788866272670

Descrizione

La comunità scientifica è ormai unanime sull'origine antropica del riscaldamento globale, e la maggioranza dell'opinione pubblica chiede di intervenire per contrastarne gli effetti. La politica, però, è ancora titubante, e molti media lasciano spazio a ciarlatani. Perché? Secondo gli autori di "Mercanti di dubbi", questa situazione è il risultato di decenni di disinformazione sulle tematiche ambientali e sui loro impatti sulla salute umana. Oreskes e Conway ricostruiscono la storia dei mercanti di dubbi a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso. In quel periodo, un gruppo di fisici, che erano stati al vertice dell'apparato militare statunitense, misero la propria autorevolezza a disposizione dell'industria del tabacco per aiutarla a fronteggiare le accuse sulla pericolosità del fumo. E allora che vengono elaborate quelle strategie di disinformazione che saranno poi usate in tutti i dibattiti successivi, dal Ddt alle piogge acide, dal buco nell'ozono al fumo passivo fino al riscaldamento globale. Se le motivazioni dei mercanti di dubbi sono cambiate nel tempo - l'anticomunismo si è evoluto nell'attacco all'ambientalismo, e si è saldato con la difesa a oltranza del neoliberismo, oltre che con la ricerca del prestigio e dell'arricchimento personale il risultato delle loro azioni è stato sempre lo stesso: rallentare l'adozione di quelle norme che avrebbero pregiudicato i profitti delle aziende. L'edizione italiana di questo volume - che a distanza di dieci anni dalla pubblicazione negli Stati Uniti si conferma un contributo essenziale al dibattito sul ruolo della scienza per il funzionamento delle democrazie - è corredata da un'intervista in cui Naomi Oreskes aggiorna il quadro ai giorni nostri, con social, fake news e algoritmi di ingegneria sociale che hanno reso ancora più facile e pericolosa l'opera di disinformazione.