Romanzo d'avventura e al contempo cruda denuncia dei metodi di addestramento degli animali, pubblicato nel 1917, un anno dopo la morte del suo autore, il romanzo si pone come il seguito di "Jerry delle Isole", in cui London, attraverso un'altra storia di cani, esamina le profonde questioni filosofiche relative alla teoria dell'evoluzione, la relazione tra uomo e natura e il significato stesso della wildness. La storia racconta le peripezie di Michael, terrier irlandese, fratello di Jerry, il quale, dopo essere stato sottratto con l'inganno al suo padrone, viene sballottato alla mercé di loschi figuri attraverso un lungo viaggio che lo condurrà infine a sperimentare sulla propria pelle abusi e atroci violenze nascoste dietro l'ammaestramento degli animali da circo. Scopo del libro, come rivela London in una chiara prefazione al testo, è illustrare le angherie fisiche e psicologiche inferte alle bestie destinate all'intrattenimento negli spettacoli popolari. Con un stile narrativo vicino al giornalismo investigativo, London descrive con crudezza i metodi degli addestratori, condannando senza mezze misure il cinico business che viene nascosto agli occhi dell'inconsapevole pubblico pagante, ribadendo tutto il suo amore e la sua profonda conoscenza dei cani, nonché la sua entusiastica adesione alla lotta contro le crudeltà di cui gli animali sono resi vittime per esclusivo scopo commerciale.