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Miradar

Miradar
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Brossura:
125 Pagine
Editore:
Feltrinelli
Pubblicato:
19/09/2012
Isbn o codice id
9788807019159

Descrizione

L'insegna al neon del Miradar brilla fra sagome lontane di fabbriche abbandonate e stazioni di servizio. Un tempo ben frequentato, ora è uno squallido ristorante di giorno, un albergo a ore all'occorrenza, una discoteca di notte. Sul suo palco, ragazze seminude danzano sotto crocefissi illuminati. Ma ciò che è nascondiglio per alcuni è occasione per altri: un giorno vi arriva Margherita, giovane studentessa che vuole in tutti i modi affrancarsi dalla vita da operai dei genitori e dalle promesse di un fidanzato partito per l'America. E dentro al Miradar Margherita incrocia altri destini, altre anime: la rumena Barbara, che risparmia i centesimi per poter fuggire, un giorno, con il figlio Anghel. Marilù, l'ultima vera puttana domiciliata nel locale, che ama vestire i panni della moglie morta di Pepi, uno dei clienti più fedeli. Clarissa, bellissima e triste, che finalmente ha deciso di sognare. Sugar, il proprietario del Miradar, che insieme alla sorella Moira affoga nei debiti e passa le giornate a consultare siti di agenzie matrimoniali. Come in una ballata, questi personaggi mescolano rabbia, insofferenza, cinismo e passione. Tutti hanno bisogno di raccontarsi. E tutti lottano, a modo loro, per strapparsi alla logica di cui sembrano essere prigionieri. C'è chi ce la fa e chi soccombe.

La nostra recensione

Esordio scintillante, e non solo per l'insegna al neon della bella copertina. Esordio nella narrativa, comunque, perché Ilaria Mavilla ha già una discreta esperienza di scrittura per il teatro e per la cinematografia (cortometraggi). Una solida base che si percepisce in questo romanzo, scritto con una struttura e con uno stile fatti di rapidi cambi di scena, di veloci carrellate prospettiche, con le voci dei cinque personaggi che si alternano nella narrazione in prima persona nell'arco di ventiquattr'ore. Un'unità di tempo, di azione e di spazio (il Miradar, palcoscenico squallido di passioni disperate), tipica del teatro classico che molto giova a questa storia sincopata e fulminea. Ideale anche per rappresentare questi personaggi sbilenchi, frammentati, in cerca di una posizione stabile, stanchi di subire ma costretti a essere un po' troppo cinici per fare scelte consapevoli.
Con mano accorta, senza esagerazioni troppo esibite, l'autrice dirige questo coro di voci frenetiche e spezzate, colte in uno stato d'animo che sembra trovar requie solo nel mondo virtuale di internet. E infatti è la rete l'altro protagonista del romanzo: un personaggio muto e polifonico, presente e assente, visibile e invisibile, così potente da assorbire la solitudine metropolitana di questa umanità misera e dolente.
Antonio Strepparola