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Paese dalle ombre lunghe

Paese dalle ombre lunghe
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30 punti carta PAYBACK
Brossura:
180 Pagine
Editore:
Einaudi
Pubblicato:
30/11/2021
Isbn o codice id
9788806250348

Descrizione

Tutti i lettori sanno bene che le storie narrate dagli scrittori portano sempre in tempi che non si sono vissuti e in luoghi che non si conosceranno mai. Ciò vale in modo estremo per "Paese dalle ombre lunghe" che, grazie al funambolismo mimetico della voce che narra, addirittura situa il lettore, direttamente, fin dal primo rigo, fra gli inuit, gli eschimesi del Nord, in un luogo del pianeta oltre il quale non c'è più pianeta. Top of the World è infatti il titolo originale del libro, pubblicato nel 1950, letto da milioni di persone in tutto il mondo, con una celebre versione cinematografica nel 1960, protagonista Anthony Quinn. E la storia di Ernenek e Asiak, che vivono, si amano diventano genitori e muoiono scoprendo tutto come se fosse la prima volta al mondo, un istante prima dell'arrivo della civiltà occidentale, in un luogo violento e ingenuo dove la legge che comanda è quella della natura, una natura che non risparmia nessuno. «In quella zona la vita può solo essere carnivora. L'orso è la maggior preda dell'uomo. L'uomo è la maggior preda dell'orso. Qui, non si sa ancora quale dei due sia la perla del creato». Il giorno e la notte durano mesi, le tempeste sottomarine innalzano forme che sembrano rovine pietrificate, il vento rovescia le slitte e sposta i cani, a cui vengono limate le zanne per evitare che, rivoltandosi, possano sbranare l'uomo e i suoi cuccioli. Eppure si dorme tutti insieme negli igloo, costruiti sempre uguali ovunque sia necessario, anche al buio, in fretta e a memoria, contro la furia del vento e la morsa del gelo. Dentro, gli uomini e le donne si parlano senza dover urlare, mangiano, dormono, finalmente, e si fanno magari «due risate», magari gli uni con le mogli degli altri, perché così è giusto e così si fa da sempre... La salvezza a queste latitudini della civiltà e del pianeta è non pensare al futuro più di quanto si pensi al passato, dice il narratore, si vive «in un presente eterno». Il mondo è giovane, gli esseri umani «schietti, allegri e crudeli».