Chi era Giovanni Corrao? Di lui sappiamo solo che combatté al fianco di Garibaldi e venne nominato generale. Il "Generale dei picciotti", si disse poi, a testimonianza del suo essere un capopopolo amato dalla gente di Sicilia. Sarebbe stato un fulgido eroe del Risorgimento, se un ben orchestrato silenzio non l'avesse sottratto ai libri di Storia? E chi lo uccise, in un agguato con due colpi di lupara, proprio nei giorni in cui incombeva l'oscuro anniversario d'Aspromonte? Sicari di un perfetto delitto di mafia apparecchiato nell'ombra dallo Stato, come insinua l'autore? Per farsene un'idea, ci si avventuri in questo romanzo, basato su una cronaca indiziaria che elabora in modo visionario documenti reali. Un affresco che proietta su un telone immaginario personaggi degni di un'abile sceneggiatura cinematografica, con colpi di scena continui e piani del racconto che si intersecano e rincorrono. Una girandola di voci, passioni, rivolte popolari ed epiche battaglie con i loro veri protagonisti, più vivi che mai: Garibaldi, Crispi, Bixio, Rosolino Pilo. Scavando come dall'interno, Matteo Collura gioca d'azzardo con il tempo del racconto, e regala a chi legge l'emozione di sentirsi trasportato in uno scenario di fine Ottocento, in una Palermo brulicante di congiure e sospetti. In una Sicilia fatta, anche, di 'siciliani onesti' che qui rivendicano il loro posto nella Storia.