Pensate a un videogioco a più livelli: ecco, la nostra lingua funziona allo stesso modo. Al primo livello c'è il lessico: la scoperta delle parole, da quelle d'uso quotidiano fino alla capacità di scalare tutti i registri; o di attingere ai serbatoi settoriali. Al secondo, si apprende che quelle parole devono essere declinate o coniugate. Poi, al livello più alto, c'è la sintassi, che combina le singole unità della frase in un insieme che acquisisce senso; e poi ancora le frasi tra di loro. Se stiamo al gioco, dunque, nella scrittura il mostro più difficile da abbattere - ma anche l'aspetto più gratificante della sfida - si incontra lì. La sintassi è la parte della lingua che si lega al pensiero, è il pensiero che si dispiega in lingua. Per averne un completo dominio servono competenze che vanno oltre l'apprendimento mnemonico di regolette. Servono un'esperienza della lingua che si acquisisce soltanto con l'esercizio continuo nella lettura e nella scrittura. La sintassi è la cabina di comando per effettuare cambi di marcia, rapide accelerazioni, rallentamenti, manovre per cucire insieme le parole rendere possibile ogni viaggio. E in questo senso, la punteggiatura è la cloche: la barra di comando. Francesca Serafini attinge a una miriade di esempi per spiegarci tutti i segreti di quell'insieme astruso di segnetti che costituiscono la punteggiatura e servono a scandire il senso di frasi e periodi, facilitandone la comprensione.