Torna indietro

Scritti in onore di Sara Volterra

Scritti in onore di Sara Volterra
Ebook
con Adobe DRM
Editore:
Giappichelli Editore
Pubblicato:
11/01/2018
EAN-13
9788892167995

Descrizione

PRESENTAZIONE a cura di Mario Patrono. Eravamo in 5 quella mattina di febbraio del 1970 ad aspettare in preda all'emozione. Quei 5, per citarli in ordine alfabetico, erano: Nino Olivetti Rason, lo scrivente, Giorgio Recchia, Vincenzo Vigoriti e Sara Volterra. La nostra provenienza era disseminata. Vigoriti e la Volterra erano, per così dire, 'di stanza' all'Università di Firenze, Sara alla Facoltà di Scienze Politiche e Vigoriti, se non ricordo male, a Giurisprudenza. Nino Olivetti e chi scrive all'Università di Padova, anche noi come Sara a Scienze Politiche. Giorgio Recchia veniva dalla Scuola di Napoli via Paolo Tesauro e Francesco D'Onofrio. Il luogo? Il corridoio dell'Istituto di Diritto pubblico di Giurisprudenza, Università di Roma (così detta allora senza altra definizione, dato che a Roma di Università pubbliche ce n' era una soltanto; poi vennero Tor Vergata e Roma3, e a quel punto 'quella' Università di Roma prese il nome di 'La Sapienza', che già prima aveva, per la verità, ma che non si usava mai). Dominava in quell'Istituto, a quel tempo, la figura di due Maestri di altissimo livello scientifico, Massimo Severo Giannini e Vezio Crisafulli; l'ombra dei quali aleggiava tutt'attorno. Eravamo dunque lì, noi 5, in attesa di essere chiamati a sostenere la prova 'sui titoli' all'esame di abilitazione alla 'Libera Docenza', che diverrà anni dopo avendo nel frattempo assunto connotati un po' diversi la prova per il conseguimento del titolo di Professore associato. La 'Libera Docenza', lo dico per i più giovani, era un passaggio obbligato del cursus honorum di un (futuribile) professore universitario. Senza, la carriera si bloccava; avendola conseguita, invece, era possibile a quel punto ottenere, prima, un'incarico d'insegnamento, e poi (a Dio piacendo) proseguire in avanti fino alla 'Cattedra'.