C'è una grande tensione morale in queste storie che compongono il libro d'esordio di Gabriele Dadati, una tensione che detta la necessità di affrontare la scrittura come uno scavo nel sottosuolo delle nostre verità negate. "Sorvegliato dai fantasmi" è un libro che si attraversa incontrando numerose voci distinte, quelle stesse che mutano da una storia all'altra, ma sono pronunciate da un unico io narrante. In tutto nove racconti che ricalcano la stessa struttura: c'è una persona che racconta e che si trova ad affrontare una prova da sola. Può essere l'arrivo del primo figlio, la necessità di scagionarsi pur essendo un assassino come Charles Manson, la consapevolezza che affrontare la Cometa di Halley può essere mortale, la possibilità di imparare ad accettare il carcere. In ogni caso si tratta di prove che si affrontano senza l'aiuto di nessuno, aspettando solo che l''io' possa magari diventare un 'noi'. Del resto per questo giovane scrittore "affrontare le prove con la consapevolezza che siano prove è quello che io chiamo epica". C'è un inconsueto struggimento coniugale in alcune di queste storie, uno struggimento che ne ritma il senso, anche quando le questioni diventano altre e contemplano il tema dell'espiazione e della colpa, della dimensione teologica o della carcerazione. Ogni racconto diventa un esercizio di stile che alterna teatro da camera, trattatello filosofico e commedia grottesca, in cui la scrittura si fa prova della radicalità di un destino.