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Stella distante

Stella distante
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34 punti carta PAYBACK
Brossura:
152 Pagine
Editore:
Adelphi
Pubblicato:
04/01/2013
Isbn o codice id
9788845927577

Descrizione

Chi è stato Carlos Wieder? Un poeta o un assassino? Un artista o un criminale? Un pilota spericolato che si esibiva in performance di "scrittura aerea" o un autore di snuff movies? E ha veramente arrestato e torturato e ucciso, nei mesi successivi al golpe di Pinochet, decine di persone, per poi esporre le foto dei cadaveri ridotti a brandelli perché convinto della assoluta, gratuita purezza del male - perché solo il dolore è in grado di rivelare la vita, e perché lo scopo della sua è "l'esplorazione dei limiti"? Nulla, sembra ribadire Bolaño, è più sfuggente della verità. Tant'è che, una pagina dopo l'altra, un tassello dopo l'altro - attraverso un accumulo di indizi, molti dei quali di natura squisitamente letteraria, e di storie parallele, alcune tragiche, alcune grottesche, alcune paradossalmente fiabesche (ma tutte, sempre, eccessive, "come il Cile di quegli anni") -, il nostro percorso di avvicinamento a quella che potrebbe essere la verità diventa via via più sdrucciolevole, come se l'autore medesimo ci invitasse a dubitare degli eventi che narra non meno che degli scrittori che cita, delle poesie, delle riviste, dei movimenti letterari a cui allude. Nonché, in definitiva, della esistenza stessa di un uomo chiamato Carlos Wieder.

La nostra recensione

Come spesso accade nei romanzi di Roberto Bolaño protagonisti sono i poeti, non la poesia come bellezza assoluta ma le sue molteplici incarnazioni e declinazioni, le infinite voci ‘umane troppo umane’ di Calliope. Stella distante è, in un certo senso, il concentrato di questa sua poetica decentrata e vertiginosa. La ricerca di Carlos Wieder - come la ricerca di Benno von Arcimboldi in 2666 - è l’unica verità del romanzo, il resto è menzogna o illusione o apparenza. Chi sia in realtà Wieder - poeta aereo, torturatore nel regime di Pinochet, regista di film porno estremi - non conta, non importa se sia esistito e quale sia il suo vero nome, perché comunque è esistito e sempre esisterà qualcuno che, come lui, sa vestire con eleganza e disinvoltura i panni del Male. A Bolaño interessa molto di più la forma frastagliata, la dispersione delle figure e degli artifici, e quindi di nuovo apparenze e finzioni (Borges e Bioy Casares non sono nascosti maestri, ovviamente). Bolaño tiene sempre i lettori sul filo narrativo che li avvinghia con le parole e le immagini delle sue storie, quell’equilibrio instabile a cui abbandonarsi per lasciarsi affascinare dal flusso vorticoso delle trame intersecate e serpeggianti che caratterizzano ogni libro dell’autore cileno. Anche questo è un romanzo fatto di trame che si rincorrono e di personaggi (il narratore, l’amico Bibiano O’Ryan, le gemelle Garmendia, i professori di poesia Juan Stein e Diego Soto, il poliziotto Abel Romero, i poeti reali e apocrifi via via citati a testimoniare) che costruiscono un personaggio, quel Carlos Wieder che è ombra, spettro, maschera della finzione perché ne replica le molteplici fasi: apparenza, sospetto, dissimulazione, illusione, scomparsa. La magia di uno scrittore ‘incantevole’ come Bolaño non smette mai di trasmettere il suo filtro ‘funambolico’ ai lettori che si affidano senza indugi a questa allettante seduzione.

Antonio Strepparola