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Unico scrittore buono è quello morto (L')

Unico scrittore buono è quello morto (L')
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Brossura:
214 Pagine
Editore:
Eo
Pubblicato:
17/01/2012
Isbn o codice id
9788866320845

Descrizione

Cosa accadrebbe se a James Joyce venisse rifiutato ogni libro? E se Tolstoj fosse ospitato in radio a Roma, per ascoltare il parere di Ilaria da Foggia? E se William Shakespeare finisse alla sbarra con l'accusa di plagio? Sono solo alcuni dei ritratti paradossali che questo libro ha in serbo per il lettore. Con una prosa scanzonata, L'unico scrittore buono è quello morto illumina splendori e miserie del mondo letterario, senza risparmiare i mostri sacri. Autori e lettori, editori e traduttori finiscono in un frullatore di racconti che miscela una metafisica Praga ribattezzata Kafkania (dove i bordelli si chiamano "Il castello", "La condanna" o "La colonia penale") con una San Francisco iperletteraria dove vagano i sosia dei beat, uno scrittore beone alle prese con una lettrice assatanata e un poetastro in gara nel poetry slam più sgangherato della storia. Una parodia per aspiranti scrittori e lettori sgamati, che snocciola una carrellata di personaggi afasici, perduti, smarriti nel tragicomico labirinto delle lettere. Un libro per tutti quelli che vogliono scrivere e per chi li farebbe fuori volentieri, ma anche un grande atto d'amore per la forza della scrittura.

La nostra recensione

Pensavate che Marco Rossari avesse deciso di smettere? Avete notato una sua prolungata assenza dagli scaffali delle librerie? Niente paura, anzi, no panic. È tornato, e il suo ultimo libro, meglio la sua ultima creatura (come ama definirla l'autore sul suo blog) ha un titolo che difficilmente scorderete: L'unico scrittore buono è quello morto. Il panorama dei personaggi presenti nei racconti di Rossari sono i più disparati e disperati, potremmo dire. Basta pensare al buon vecchio Tolstoj alle prese con un'intervista radiofonica per parlare del suo romanzo, accolto da una matta che fra le altre cose gli domanda cosa sta leggendo in questo periodo e quando sente rispondersi "La Bibbia", gli fa "E com'è?", e poi deve vedersela, il vecchio russo, con il petulante conduttore e gli ascoltatori che fanno a gara a chi gli pone la domanda più idiota.
Rossari racconta storie così, brevi o brevissime, a volte ridotte a fulminanti battute, a scambi o pensieri non solo di grandi scrittori, ma di poveri, comici, disgraziati scriventi¿ Ecco perché l'unico scrittore buono è quello morto.
Valeria Merlini