Ambientato nella terra di nessuno, alla frontiera tra vita e miseria, Waste Land di Lucy Walker, codiretto da Karen Harley e Joao Jardim, è un documentario che scopre la bellezza nell'immondizia. E qui che a tutte le ore del giorno e della notte vengono scaricate a tonnellate le scorie della società. Da qui nasce l'arte, secondo Vik Muniz, artista brasiliano classe 1961. La sua storia è come una fiaba: da giovane fu ferito a colpi di arma da fuoco a una gamba mentre tentava di sedare una rissa. Il denaro ricevuto come risarcimento gli servì per espatriare e stabilirsi a New York, dove vive e lavora sin dalla fine degli anni ottanta. Cominciò la sua carriera artistica come scultore ma gradualmente sviluppò un grande interesse dapprima per le riproduzioni fotografiche del suo lavoro, e poi per la fotografia in sé. Il suo lavoro ha ottenuto il raro connubio del plauso della critica e del successo commerciale, e la sua personale al mam di Rio de Janeiro è stata seconda per affluenza solo a quella, storica, di Pablo Picasso. I veri protagonisti del film sono loro, i catadores. Personaggi segnati dalla vita, con occhi pieni di miseria e meraviglia, con le loro storie straordinarie, i sogni, le sconfitte, la saggezza. Waste Land è un grande ritratto, visto dall'alto, di un gruppo di sopravvissuti che con l'arte è riuscito a vedere (e andare) al di là della spazzatura.